Il Ticino fa squadra nella lotta al covid19. Nella prossime settimane saranno analizzati migliaia di campioni di siero
LUGANO - Testare su base volontaria il personale sanitario per verificare la presenza di anticorpi specifici per il coronavirus SARS-CoV-2, responsabile dell’infezione Covid-19, e capire così come l’infezione si sia sviluppata nella popolazione identificando gli individui che sono venuti in contatto con il virus, indipendentemente dalla sintomatologia sviluppata.
Questo è in sintesi il procedimento che verrà messo in atto nelle prossime settimane e che vede le competenze dei vari enti del territorio coinvolti, messe a disposizione per realizzare le differenti fasi del progetto.
Raccolta dei sieri - È in corso infatti la raccolta dei sieri da parte di Ente Ospedaliero Cantonale, Cardiocentro Ticino, Clinica Hildebrand e Clinica Moncucco, che verranno poi inviati per le analisi ai laboratori dell’IRB a Bellinzona. «La condivisione tempestiva di dati e informazioni e la collaborazione tra ospedali, istituzioni ed enti sul territorio è essenziale per poter sviluppare in tempi brevi soluzioni efficaci e coerenti», commenta Antonio Lanzavecchia, Direttore dell’IRB e Professore ordinario presso la Facoltà di scienze biomediche dell'USI.
L’importanza della collaborazione e della coordinazione delle iniziative di ricerca viene sottolineata anche dal Prof. Alessandro Ceschi, Direttore della CTU-EOC e Professore titolare presso la Facoltà di scienze biomediche dell’USI: «oltre alla corretta intuizione scientifica e al metodo rigoroso e appropriato, anche una buona organizzazione è una componente indispensabile al successo dei progetti di ricerca». Ricordiamo che la CTU-EOC è un servizio di supporto alla ricerca clinica dell’EOC e dell’USI come riportato nell’accordo concernente la collaborazione nella ricerca recentemente sottoscritto da USI e EOC.
Come avverrà l'analisi - Ma come avviene l’analisi della presenza di anticorpi? «Grazie alla collaborazione con Humabs BioMed, che ha messo a disposizione il test sierologico da loro sviluppato, e utilizzando le apparecchiature disponibili all’IRB, potremo misurare nel siero del personale sanitario la presenza di anticorpi contro il nuovo coronavirus», spiega Federica Sallusto, Direttrice di laboratorio all’IRB e Professoressa ordinaria presso la Facoltà di scienze biomediche dell'USI, che con il suo gruppo si occuperà proprio dell’analisi dei campioni. «Riceveremo nelle prossime settimane tra i 3000 e i 4000 campioni di siero, e le analisi che effettueremo ci consentiranno di avere informazioni sullo sviluppo di una risposta immunitaria al virus. Al momento non possiamo dire se gli individui che hanno sviluppato anticorpi sono protetti contro l’infezione, ma questi dati potranno servire in futuro per stabilire se la risposta immunitaria è in grado di proteggere parzialmente o totalmente da una re-infezione».
Anche l’Istituto di salute pubblica dell’USI, diretto dal Prof. Emiliano Albanese, ha messo a disposizione le sue competenze per l’analisi dei dati raccolti. «Analizzare i dati e misurare l’efficacia delle misure adottate per affrontare l’emergenza è essenziale, come anche la condivisione delle esperienze tra cantoni», afferma il Prof. Albanese.
In un secondo momento studio sulla popolazione - Questo studio permetterà infatti di identificare la possibile 'sieroprevalenza' nella popolazione, partendo da questo primo gruppo. In un momento successivo c’è il progetto di allargare lo studio anche a un campione più ampio della popolazione. A questo proposito la Swiss School of Public Health (SSPH+), la federazione che unisce 12 università svizzere, tra le quali l’USI, ha lanciato un progetto (www.corona-immunitas.ch) mirato a raccogliere dati relativi alla diffusione del coronavirus e al tasso di immunità della popolazione nella Confederazione.