Da Grono, il Comune più colpito dalla pandemia, arriva un messaggio di fiducia e speranza.
Samuele Censi: «Dobbiamo considerare questo momento come un'opportunità per trovare alternativa al nostro modo di vivere».
GRONO - Si moltiplicano nei Grigioni, anche in queste settimane di rallentamento dei nuovi contagi da Covid-19, appelli e iniziative in aiuto alla popolazione da parte delle autorità locali. Keystone-ATS ne ha approfittato per un giro d'orizzonte nel Grigioni Italiano.
«Dobbiamo restare uniti», «insieme ce la faremo»: è il messaggio di fiducia che le autorità di Grono hanno voluto lanciare oggi alla popolazione, sottolineando l'impegno comune contro il Coronavirus («nemico invisibile, perfido e sconosciuto») e il grande sforzo degli operatori sanitari e delle strutture ospedaliere. Il sindaco Samuele Censi, in rappresentanza del Municipio, e la prima cittadina Maura Gervasoni a nome di tutto il Legislativo, invitano con una lettera aperta a prestare ancora attenzione alle norme emanate, in modo da scongiurare il rischio di eventuali e «sempre possibili» ricadute e, più in generale, a «considerare questo momento come una vera opportunità, cercando alternative al nostro modo di vivere». In queste settimane il comune di Grono ha registrato, da solo, pressoché la metà dei contagiati nel Moesano.
Nelle scorse settimane un'iniziativa simile era stata presa dal sindaco di Roveredo Guido Schenini. Esortando la popolazione a restare ancora a casa, tramite lettera pubblicata sul portale comunale rivolta «alle care concittadine e ai cari concittadini» del capoluogo del Moesano, il sindaco invitava alla solidarietà rivolgendo un pensiero particolare agli anziani per i maggiori rischi che possono correre. Proprio questo fine settimana i dati raccolti nella Regione segnalavano un focolaio di contagi in una casa di cura della Mesolcina.
A S. Vittore invece le autorità hanno informato le persone in difficoltà degli aiuti messi a disposizione da varie associazioni solidali quali Caritas, Croce Rossa e Soccorso Svizzero d'inverno. Si tratta di buoni per la spesa (al massimo di 500 franchi) fino a pagamenti diretti di fatture (fino a 1'000 franchi) per chi a causa della pandemia si trovasse in difficoltà finanziarie, vivendo già al limite assistenziale. Le relative richieste possono essere presentate da chi si trova nel bisogno passando dal servizio sociale Moesa.
Aiuti mirati anche in Valposchiavo e Bregaglia - In Valposchiavo il Podestà del capoluogo Giovanni Jochum, affiancato dal Presidente del Comune di Brusio Arturo Plozza, avevano rivolto un video-messaggio alla popolazione sull'epidemia, trasmesso in streaming lo scorso 27 marzo, raggiungendo in diretta quasi 200 persone. Lo scopo perseguito era quello di affrontare la grave pandemia in modo «serio ordinato e coeso». Venendo incontro alle famiglie nel bisogno, il Comune di Poschiavo aveva organizzato non solo una rete di volontari gratuiti per fare le commissioni agli ultra 65enni, ma anche un servizio di consegna pasti (pranzi e cene) a domicilio preparati dal Centro sanitario locale.
La discussione, su eventuali altri aiuti alla popolazione, oltre a quelli federali e cantonali, è stata infine appena imbastita nel Comune di Bregaglia. Si sta pensando in particolare a misure di sostegno alle aziende. Il Comune segnala però, con viva soddisfazione, l'iniziativa di vari commercianti rimasti aperti (come macellerie, latterie, negozi di alimentari in genere ma anche farmacie) per consegne a domicilio della merce. In tal caso il Comune di Bregaglia si è limitato a informare i cittadini dell'offerta tramite circolare.