La SSIC chiede di anticipare gli interventi di risanamento per prevenire licenziamenti e fallimenti
LUGANO - Dopo quattro settimane di stop completo delle attività edili e due di ripresa parziale dell’attività sui cantieri, dall’inizio di questa settimana il settore ticinese della costruzione si è «allineato completamente alle disposizioni federali e dunque è nuovamente possibile lavorare senza limitazioni riguardo il numero di persone presenti sul cantiere, seppure nel pieno rispetto delle misure igieniche accresciute e di distanza sociale». A sottolinearlo è la SSIC Sezione Ticino.
La Società impresari costruttori segnala pure come le imprese stiano «generalmente dando prova di serietà, responsabilità individuale e collettiva cercando di applicare con buon senso le varie disposizioni sanitarie e di distanza sociale emanate dalle autorità sanitarie per contrastare i contagi da Covid-19». «In collaborazione con la Direzione lavori, il committente e gli artigiani si è dovuto pianificare le misure di sicurezza impostando un nuovo modo di accedere ai cantieri, di lavorare e di comportarsi durante le pause -. viene spiegato in una nota stampa -. Tutti aspetti che hanno richiesto e richiederanno impegno, costanza e un cambio di abitudini tutt’altro che scontato».
«Nelle prossime settimane - aggiunge la SSIC -, la sfida maggiore sarà quella di riuscire a mantenere alto il livello di attenzione sugli aspetti essenziali e direttamente correlate alle accresciute norme igieniche e di distanza fisica. In tal senso, la sorveglianza e i controlli dell’applicazione delle misure saranno importanti».
Considerata l’eccezionalità della situazione e le gravi conseguenze economiche che ne derivano per le aziende,
la SSIC elenca alcuni dei “cantieri aperti” sui quali sta lavorando:
- Riduzione oneri e contributi a carico delle imprese
- Riduzione premi SUVA
- Imposte di circolazione
- Riconoscimento dei costi aggiuntivi per l’attuazione delle nuove misure di sicurezza necessarie per riaprire i cantieri e adattamento del programma lavori per i contratti in essere stipulati prima dell’insorgere dell’emergenza Covid-19
- Passaggio attraverso valichi doganali
- Apertura dei rivenditori di materiale edile
- Trattative con i sindacati inerenti il Contratto collettivo cantonale dell’edilizia (CCL-Ti)
- Sospensione eventi associativi
«Siamo coscienti - si conclude - che, anche dopo la riapertura dei cantieri, i problemi non scompariranno e pertanto la SSIC Sezione Ticino continuerà ad attivarsi al fine di alleviare, per quanto possibile, le pesanti conseguenze che l’emergenza Covid-19 sta causando dal profilo umano, sanitario, sociale ed economico al nostro Paese. Tutto questo con un occhio di particolare riguardo al tessuto economico ticinese della costruzione. In questo contesto, la nostra Associazione si aspetta dagli enti pubblici uno sforzo anticiclico per garantire nel tempo una buona quota di investimenti soprattutto nell’edilizia, visto che la mole di lavoro nel genio civile è per il momento soddisfacente. Fondamentale sarà anticipare il più possibile gli interventi di risanamento e ristrutturazione dei numerosi edifici pubblici che si trovano in cattivo stato (scuole, ospedali, case per anziani, ecc.). Solo così sarà possibile scongiurare numerosi licenziamenti o fallimenti aziendali anche nel settore ticinese della costruzione».