Omicidio-suicidio a Giubiasco: una mozione dell'MPS chiede una serie di interventi contro la violenza di genere
GIUBIASCO - L'inchiesta è ancora in corso. Ma l'omicidio-suicidio consumatosi ieri a GIubiasco ha già strascichi politici. I deputati dell'MPS hanno presentato oggi una mozione al Consiglio di Stato, per chiedere maggiori misure a tutela delle donne vittime di violenza in Ticino.
«Il fatto di sangue avvenuto a Giubiasco è, prima di tutto, un femminicidio, vittima predestinata la donna rea di aver abbandonato il marito, di aver fatto scelte personali e di vita indipendenti» si legge nella mozione firmata da Angelica Lepori, Simona Arigoni e Matteo Pronzini.
I deputati invitano il governo ad affrontare «con politiche serie e coordinate» il problema della violenza di genere. E denunciano una «mancanza di posti nelle strutture di accoglienza per donne maltrattate». Inoltre «i sistemi di prevenzione e richiesta d'aiuto sono insufficienti» continua la mozione. «Molto spesso il primo contatto a cui le donne si devono rivolgere è la polizia, una situazione che mette molte donne in difficoltà».
L'MPS chiede quindi la creazione di una hotline dedicata 24 ore su 24, di sportelli per le vittime di violenza, l'introduzione di sistemi d'allarme (tramite parole chiave) e di forme di sostegno finanziario. «Molte donne - conclude la mozione - non dispongono dei mezzi per vivere da sole e quindi sono costrette a rimanere vittime dei loro aggressori».
Le richieste dell'MPS al governo:
1- L’attivazione di una hotline dedicata alle donne vittime di violenza attiva 24/24 alla quale risponda personale, prevalentemente femminile, formato in ambito di violenza domestica. Si tratta di un sistema in atto in molti paesi europei che ha permesso interventi tempestivi e positivi
2. L’attivazione, in collaborazione con i comuni, di sportelli rivolti alle donne vittime di violenza sparsi su tutto il territorio cantonale
3. L’introduzione di un sistema di allerta contro la violenza che preveda la possibilità per le donne di recarsi presso farmacie o altri luoghi dedicati e chiedere aiuto attraverso una parola chiave
4. La realizzazione di una sorta di “reddito contro la violenza” che preveda forme di sostegno finanziario per le donne che decidono di interrompere una relazione violenta