Le critiche (e il ricorso) della Società ticinese per l’arte e la natura alla variante di Piano regolatore NQC Fase 2
LUGANO - Parchi, giardini e orti c’erano, ma solo negli schizzi degli studi preliminari del Nuovo Quartiere di Cornaredo. C’è delusione nel ricorso al Consiglio di Stato che la Società Ticinese per l'Arte e la Natura ha inoltrato contro le varianti di fase 2 del PR del Nuovo Quartiere di Cornaredo. La STAN denuncia infatti una pianificazione di quartiere noncurante del fiume e del verde agricolo. «Oggi che il poter disporre di verde e di piccoli spazi pubblici di quartiere ci appare vitale, ci si è resi conto che la partita per un paesaggio urbano di qualità, di spessore, di valore si gioca su vuoti ospitali, intesi come parchi giardini boschetti orti, corti e piccole piazze, e non sul costruito».
Viceversa, secondo la STAN «schizzi e parole non sono stati tradotti in strumenti pianificatori concreti per Cornaredo», «addirittura le varianti, qualora venissero approvate, aumenterebbero la contenibilità del quartiere e il numero di abitanti con conseguenze dannose».
In particolare la variante in pubblicazione lascia «lettera morta e non dà risposta a quanto statuito nella risoluzione governativa che esigeva interazione tra l’equilibrio del comprensorio fluviale e lo sviluppo urbano». Un vuoto si osserva inoltre per l’area verde agricola: «La variante Fase 2 non contiene nessun esame accurato della superficie agricola e della sistemazione del Pratone di Trevano». Lacunosa sarebbe pure la questione della compensazione per i terreni agricoli.
In conclusione la STAN denuncia questi metodi e queste mancanze perché «producono un depauperamento di beni comuni».