Così i sindacati Cgil, Cisl e Uil che chiedono la riapertura della discussione
Alla Regione i sindacati chiedono «l'istituzione di un osservatorio regionale permanente sul lavoro frontaliero»
MILANO - L'accordo fiscale sui lavoratori frontalieri tra la Regione Lombardia ed il Canton Ticino è una «iniziativa impropria per metodo e merito» che va allargata allo Stato Italiano. Lo sostengono i sindacati Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, che sottolineano come «a Costituzione vigente la competenza sulla materia fiscale è dello Stato» e chiedono che «la discussione si riapra a valle dell'emergenza sanitaria».
L'accordo con la Svizzera coinvolge infatti «diverse regioni e rappresenta quindi una questione nazionale». «La Lombardia - chiedono - chiarisca tempi e modalità del percorso, nell'ambito della conferenza Stato-Regioni».
Alla Regione i sindacati chiedono poi «l'istituzione di un osservatorio regionale permanente sul lavoro frontaliero, anche attraverso la sinergia con la recente esperienza degli osservatori provinciali costituiti a Varese, Como e Sondrio, ricordando che la Lombardia è la prima regione d'Italia per numero di frontalieri».
Fra i temi da affrontare quello di uno 'Statuto dei lavoratori frontalieri', con l'obiettivo di definire «uno status giuridico certo». Un percorso avviato nell'ambito del Consiglio Generale degli italiani all'estero (Cgie) e proseguito con le consultazioni dei gruppi parlamentari, a cui si deve aggiungere, secondo i sindacati, il sostegno della Regione Lombardia.