La risposta ticinese all'iniziativa "duty free" dei negozi comaschi. L'ondata di acquisti in Italia finora non c'è stata
COMO-CHIASSO - I consumatori sono merce rara, al tempo del Covid. E i negozianti se li contendono a strattoni, a cavallo del confine. Una campagna lanciata oggi dall'associazione dei commercianti di Como sta facendo storcere qualche naso in Ticino.
Si chiama "Stamp", è una app che permette di scaricare l'Iva in diretta sui prodotti acquistati in Italia da cittadini extra Ue. La Confcommercio comasca ha lanciato mercoledì una campagna di promozione indirizzata «a potenziali turisti stranieri, in particolare i vicini svizzeri» si legge in un comunicato. Nei prossimi giorni il web ticinese sarà "bombardato" di pubblicità.
«È evidente che è un momento di difficoltà per tutti, e mosse disperate come queste ne sono la prova» commenta piccato Carlo Coen, presidente della Società dei commercianti del Mendrisiotto. Secondo Coen "l'ondata" di shopping oltre confine, prevista con la riapertura delle frontiere, finora «di fatto non c'è stata». Il motivo? «I ticinesi hanno paura ad avventurarsi nei negozi, e pensano ad altro».
La torta è magra, e i concorrenti se la contendono a colpi di incentivi. I Comuni di Chiasso e di Mendrisio hanno introdotto dei "buoni Covid" per contrastare il turismo della spesa. «Sono soldi regalati che aiutano l'economia locale. Forse sarebbe il caso che i nostri consumatori ne approfittino, prima di andare oltre confine» chiosa Coen.
Anche in Ticino in ogni caso non mancano gli incentivi agli acquisti, ricorda Coen: sia il comune di Chiasso che quello di Mendrisio hanno introdotto dei "buoni Covid" per acquisti a km zero.
Da Como fanno eco i promotori del progetto, che ne sottolineano i vantaggi. Finora, i consumatori residenti in Ticino per ottenere il rimborso dovevano sottoporsi a una scomoda trafila (dal negozio all'agenzia doganale, e ritorno) e pagare commissioni presso agenzie di cambio. «Da adesso i consumatori non dovranno più anticipare l'importo e poi chiedere il rimborso» ha spiegato Stefano Fontolan, co-creatore della app Stamp.
A farne le spese, in Ticino, sarebbero quindi anche gli uffici cambio. «Avremo un calo di clienti» prevedono alla WeChange di Chiasso. Un danno «comunque ridotto» per le agenzie sparse lungo il confine - «il rimborso dell'imposta è un servizio aggiuntivo, che ultimamente era poco richiesto» spiegano. A rischiare di più sarebbero piuttosto gli operatori specializzati. E i negozi ticinesi, naturalmente.