A Nante, in Leventina, un bosco rischia di essere distrutto da un progetto elettrico. Scoppia la rivolta.
Il colosso dell’elettricità Swissgrid intende piazzare una linea ad alta potenza lunga 23 chilometri. Nasce un’associazione per salvare un “luogo sacro”.
NANTE - Un manipolo di leventinesi sfida il colosso dell’elettricità. A Nante sembra esserci un bosco da salvare a tutti i costi dal progetto che vedrà Swissgrid piazzare una linea potente tra Lavorgo e Airolo. Di recente è stata addirittura costituita un’associazione, chiamata “Basta tralicci tra le nostre montagne”, per contrastare i lavori. Tra chi guida la “rivolta”, Germana Ponti, abitante del posto e segretaria dell’associazione. «Per noi questo bosco è fondamentale – sostiene –. Ci vanno le famiglie, gli anziani, i giovani, i turisti. Vogliamo che venga salvato».
Un progetto da 82 milioni di franchi – Negli scorsi mesi Swissgrid aveva esplicitato l’intenzione di sostituire e potenziare la tratta elettrica dell’Alta Leventina. I vecchi impianti delle sottostazioni, con una tensione da 220 kV, verrebbero spostati sulla sponda destra del fiume Ticino, per poi essere sostituiti da una linea da 380 kV, ben più potente dunque. Un progetto piuttosto imponente, basti pensare che la linea sarà lunga 23 chilometri e che il costo complessivo dovrebbe aggirarsi attorno agli 82 milioni di franchi.
A suon di opposizioni – L’idea di Swissgrid, che ha inoltrato la normale domanda di costruzione, sarebbe quella di iniziare i lavori entro il 2023. È tuttavia ipotizzabile che i “ribelli di Nante”, a questo punto, riescano, a suon di opposizioni, perlomeno a fare posticipare il termine. «Non vogliamo opporci completamente al progetto. Anche perché non ne abbiamo i mezzi. Chiediamo solo che non venga fatto uno scempio del nostro bosco».
Danni da limitare – L’associazione conta al momento una cinquantina di membri residenti a Nante e dintorni. Ponti entra nello specifico. «Si è deciso che la linea dovrà passare di qui. Ci sta bene. Ma allora si trovi la soluzione per interrare i cavi. Niente pali dell’alta tensione. Perché deturperebbero completamente il paesaggio e renderebbero impraticabile il bosco. I piloni raggiungono altezze di 80 metri, senza pensare ai blocchi di cemento alla base. Sarebbe mostruoso. Chiediamo che i danni siano limitati al minimo».
Parla il sindaco – La domanda di costruzione è appesa all’albo del Comune di Airolo. Il sindaco Franco Pedrini è piuttosto contrariato. «Questa gente costituisce un’associazione e prende contatto coi media senza averci mai coinvolti. A noi la linea di Swissgrid serve a poco. È un’esigenza di Swissgrid per fornire energia alla galleria di Alptransit. Sono stati trovati dei compromessi. Ci piace l’idea che la nuova tratta non invada più i paesi, ma venga spostata sull’altro lato del fiume. Gli oppositori vorrebbero che la linea fosse interrata? Non è così facile. Se riescono a ottenere questo risultato a noi fa solo piacere. Ma sarà difficilissimo».