Bucherer licenzia, ma tutto il settore orologiero in Ticino è in difficoltà. «Mancano i clienti arabi e americani»
La conferma dall'industria: negli ultimi sei mesi, gli ordini «si sono contratti fortemente»
LUGANO - Il Covid colpisce duro in via Nassa. Il commercio di orologi e gioielli è in difficoltà: la catena Bucherer ha annunciato 220 licenziamenti in Svizzera. I tagli riguarderanno, probabilmente, anche il personale in Ticino.
Nel salotto dello shopping a Lugano, insomma, gli orologi segnano l'ora della crisi. «Non siamo un'isola felice anzi» commenta il segretario dell'associazione Via Nassa Mario Tamborini. «L'assenza dei turisti in particolare dai paesi arabi, dalla Cina e dagli Stati Uniti pesa molto su alcune attività».
Le boutiques stringono i denti. «I mesi più difficili sono certamente alle spalle, a luglio e agosto si sono registrati segnali positivi. Tuttavia il momento resta critico». Anche se «non ci sono avvisaglie di chiusure imminenti per ora» diverse aziende nella filiera del lusso hanno fatto ricorso al lavoro ridotto. «Il settore orologiero e dei gioielli è sicuramente quello che soffre di più» conclude Tamborini.
La conferma arriva anche dall'industria: negli ultimi sei mesi gli ordini «si sono contratti fortemente» spiega Alessandro Recalcati, vide-direttore dell'Associazione dei produttori orologieri (Atio). «Diverse aziende stanno riducendo il personale, tramite orario ridotto o licenziamenti».
Le aziende orologiere in Ticino «lavorano soprattutto nell'assemblaggio, dove l'automazione è ridotta e la manodopera è il costo principale» ricorda Recalcati. «Le imprese si stanno adeguando alla contrazione del mercato, ma siamo fiduciosi che al termine dell'emergenza sanitaria ci sarà una ripresa solida». Un recupero è atteso «per la fine dell'anno». In tempo per Natale, si spera.