Repubblica parla di un fenomeno a quanto pare in crescita nel nostro cantone.
Dalle zone di confine si cerca in Svizzera l'antimalarico Plaquenil per combattere il Covid-19.
Efficace sui pazienti affetti da Covid-19 o dannosa? Sull’'idrossiclorochina sono state dette molte cose. Ne facevano uso (e ne incoraggiavano l’utilizzo) Donald Trump e Jair Bolsonaro. Ci sono stati studi contrastanti. L’OMS ne ha interrotto i test a metà giugno. Ma pare che a molti italiani piaccia, tanto da venire in Ticino a farne scorta.
Quindici persone hanno preso appositamente a noleggio un pulmino per superare la dogana di Chiasso e acquistare nel nostro cantone il Plaquenil. Ben 250 flaconi. Ne dà notizia la Repubblica, che parla di un’abitudine tra i cittadini del nord Italia, da Verbania a Como, ma anche Varese e Novara.
A fine maggio l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha sospeso l’autorizzazione all’utilizzo di idrossiclorochina per il trattamento del Covid-19 sia in ambito ospedaliero che in ambito domiciliare, escludendola dalla rimborsabilità da parte del sistema sanitario nazionale (a scopo preventivo non era mai stato autorizzato). La trasferta in Svizzera, quindi, viene preferita dagli italiani che credono nel potere curativo dell’idrossiclorochina.
Il Plaquenil è un medicamento usato come terapia di base di alcune affezioni articolari infiammatorie, per curare la malattia della pelle lupus eritematoso e come protezione dalle allergie alla luce solare. Può essere utilizzato anche come antimalarico. In una farmacia di Lugano - riferisce ancora la Repubblica -, è stato venduto un prodotto alternativo e meno caro: Hidroxychloroquine dottor EB.
Secondo il quotidiano italiano, le trasferte italiane in territorio ticinese sono molte. A Chiasso, Lugano, Bellinzona e Locarno. La vendita online viene infatti caricata di 25 franchi di spese di spedizione.
Poco dopo l'inizio della pandemia, molti pazienti sono stati trattati con l'idrossiclorochina. Ben preso sono però sorti dubbi sulla sua efficacia, dato che vari studi hanno portato a risultati contraddittori. Il 22 maggio la rivista scientifica "The Lancet" aveva pubblicato dei risultati secondo cui il farmaco «aumenta il tasso di mortalità tra i pazienti affetti da coronavirus», rivelandosi più dannosa che utile. Per poi fare un passo indietro il 5 giugno, perché i suoi autori «non potevano garantire la veridicità delle fonti». A fine agosto su “European Journal of Internal Medicine” è apparsa una ricerca condotta negli ospedali italiani che mostrava una riduzione del tasso di mortalità intraospedaliera.
«Abbiamo potuto osservare - aveva spiegato Augusto Di Castelnuovo, epidemiologo del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed - che, a parità di condizioni, i pazienti ai quali è stata somministrata idrossiclorochina hanno avuto un tasso di mortalità intraospedaliera inferiore del 30% rispetto a quelli che non avevano ricevuto il trattamento».