Azione di protesta quest'oggi in diversi istituti scolastici.
Terminato il periodo di confinamento, per il SISA sono tuttora diversi i problemi che riguardano il mondo della scuola.
LUGANO - Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha effettuato quest'oggi una simbolica azione di protesta, in diversi istituti scolastici, per denunciare i problemi che riguardano il mondo della scuola dopo il periodo di confinamento.
La settimana scorsa il SISA aveva inviato una missiva al DECS in cui venivano messe in luce le maggiori preoccupazioni identificate dal corpo studentesco: nella stessa venivano rivendicate delle misure concrete affinché si potesse ovviare immediatamente alla situazione di malessere delle studentesse e degli studenti.
Tuttavia, a distanza di una settimana, «nessuna misura è stata implementata per arginare i problemi vissuti dal corpo studentesco», lamenta il SISA: «Il trasporto pubblico verso i principali centri formativi rimane affollato, la pressione sugli studenti – “colpevoli” di aver passato un semestre in quarantena – rimane invariata, come invariate rimangono le misure di sostegno alle famiglie con figli in formazione che hanno subito le conseguenze finanziarie della pandemia».
Per il sindacato, se non si interviene con la dovuta serietà e celerità, il rischio è quello di accelerare il ritmo dei contagi ed incrementare i fattori di stress sul corpo studentesco – con tutte le conseguenze di ordine psicologico e sociale del caso.
È proprio per questo motivo che il SISA ha quindi deciso "di alzare la voce" nelle scuole, chiedendo urgentemente al Governo ticinese un intervento. Affinché le studentesse e gli studenti non debbano pagare i costi della (post-)pandemia: «Se non si interviene oggi, pagheremo le conseguenze domani!», è il monito del SISA.