Per proteggere l'utenza fragile e debilitata dalle dipendenze verranno posati due prefabbricati all'ingresso del Centro
Marcello Cartolano, responsabile dei Servizi ambulatoriali: «Da febbraio ci siamo organizzati per continuare ad operare in modalità sicura. Fortunatamente sinora con successo»
VIGANELLO - Il Covid non è solo disinfettanti, mascherine e plexiglass, ma anche... domande di costruzione. Lo sanno bene al Centro Ingrado - Servizi per le dipendenze, che in questi giorni ha dovuto fare istanza al Municipio di Lugano per la posa di due moduli prefabbricati provvisori in via agli Orti 3. Destinazione, si legge nell’avviso apparso all’albo comunale, «gestione flusso utenti struttura a causa dell’emergenza». All’origine della richiesta non c’è, come la spiegazione telegrafica e un po’ burocratica lascerebbe intendere un aumento dell’utenza. In questi mesi al Centro d’accoglienza diurno arrivano le stesse persone di sempre, con le loro problematiche di dipendenze, addiction e consumi a rischio di alcol, sostanze e medicamenti.
Lo scopo della domanda - Cambiano invece le stagioni e l’arrivo del freddo nei mesi a venire ha suggerito la posa di strutture coperte e riscaldate dove attendere il proprio turno. «Si tratta di ragioni squisitamente logistiche - spiega Marcello Cartolano, responsabile dei Servizi ambulatoriali di Ingrado -. Nulla di più di quanto già stiamo facendo. Con l’arrivo del Covid abbiamo dovuto, ad esempio, impostare la distribuzione delle terapie sostitutive tramite sportello oppure effettuare alcuni incontri in esterno. Con l’arrivo del freddo volevamo evitare disagi alle persone. L’attuale gazebo, installato ad aprile, verrà sostituito con qualcosa di più adatto. Certo abbiamo scoperto che anche la posa di una struttura provvisoria smuove un castello di carte» osserva, col sorriso, Cartolano.
L'utenza fragile - Anche perché, giova ricordarlo, ad avere bisogno di Ingrado sono individui particolarmente a rischio in caso di contagio da coronavirus. Meglio quindi evitare anche il più banale raffreddamento. «Si tratta di persone spesso fragili e debilitate per cui, come tutti i servizi ma noi in particolare, abbiamo impostato una serie di accorgimenti per incontrare in sicurezza i pazienti e continuare ad offrire agli utenti le nostre prestazioni, che non abbiamo mai interrotto». Particolare attenzione è stata prestata agli accessi, visto che la struttura soddisfa bisogni che vanno dalla bassissima soglia fino ai percorsi di cura strutturati.
Protezione da subito - Nonostante o forse proprio perché il rischio era elevato, Ingrado non ha registrato un’incidenza particolare di coronavirus nell’utenza: «Fortunatamente no - sottolinea Cartolano -. Da subito, essendoci anche dei medici interni alla nostra Fondazione, già a febbraio seguivamo con particolare attenzione l’evolversi della situazione. Ci siamo, in tempi rapidi, organizzati per continuare ad operare in modalità sicura». Ora si tratta di adattarsi alla stagione fredda. «È la continuità di ciò che stiamo facendo, in modalità invernale».