Christian Garzoni lancia nuovamente un appello alla prudenza: «I disinfettanti cominciano a sparire, non va bene».
La situazione ticinese al momento non preoccupa, ma l'uso delle mascherine e le misure d'igiene rimangono fondamentali.
LUGANO - «Non sono dati preoccupanti, ma vanno guardati con rispetto». Parola di Christian Garzoni, che ai microfoni di Radio Ticino ha commentato il bollettino dell'Ufficio del medico cantonale relativo alle ultime 72 ore. Che riferisce di 21 ulteriori contagi e tre nuove ospedalizzazioni dovute al coronavirus.
Per l'infettivologo potrebbe infatti trattarsi di una fluttuazione come quelle già viste in altri periodi, ma i dati potrebbero anche celare un nuovo aumento della velocità di diffusione del virus. «Le persone stanno più al chiuso rispetto a qualche settimana fa e i casi in Lombardia sono in aumento», sottolinea Garzoni. Secondo cui rimane fondamentale isolare le persone malate di covid, in modo che non diffondano il virus ad altre persone. Anche perché «il 40% delle persone che ha fatto un covid non sa di averlo fatto». Nel dubbio, anche alla presenza di sintomi leggeri, l'invito è quindi quello di contattare un medico ed effettuare il test.
Per quanto riguarda il resto della Svizzera, le misure adottate in alcuni cantoni hanno portato a una stabilizzazione della situazione, «ma non dobbiamo dimenticarci - rileva ancora l'esperto - che il covid prende "a macchia di leopardo". È quindi sempre difficile generalizzare». Lo stesso discorso vale per l'Europa: in Germania e Francia i contagi stanno aumentando, ma se si guarda nel dettaglio sono zone decisamente più a rischio di altre.
Ma quindi il rischio di una cosiddetta seconda ondata c'è? Secondo Garzoni il Ticino «è messo bene» perché «meno virus c'è e meno un'epidemia di questo tipo riesce a ripartire». Rimane però fondamentale non dimenticarsi dell'uso delle mascherine e delle misure d'igiene. «Nei negozi ho notato che cominciano a sparire i disinfettanti e questo non va bene», conclude Garzoni.