I costruttori ticinesi storcono il naso per il mancato accordo volto a compensare parte delle spese dovute al Covid
LUGANO - Lo Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino ha preso atto con «una certa delusione» dell’esito delle discussioni intavolate negli scorsi mesi dalle Associazioni nazionali del nostro settore (tramite Costruzionesvizzera) con la Conferenza di coordinamento degli organi della costruzione e degli immobili dei committenti pubblici (KBOB).
«È fallito - sottolinea la SSIC in un comunicato odierno - l’obiettivo di trovare una soluzione equa e veloce per tutti gli interessati volta a compensare una parte dei costi supplementari dovuti alla pandemia di Covid-19. La stessa KBOB, alla fine delle trattative, non ha ritenuto giustificato perseguire questa via».
Una risposta «veloce e concreta» è invece stata data dalle imprese di costruzione ticinesi con una «dimostrazione della volontà di far fronte ad un periodo di difficoltà continuando ad investire nella formazione dei nostri giovani, dando loro delle importanti possibilità di crescita», prosegue la SSIC.
A livello di apprendisti muratori del primo anno si è infatti in linea con gli anni precedenti avendo sottoscritto, ad oggi 78, nuovi contratti. «Contrariamente a quanto successo nella formazione dei nostri giovani - concludono gli impresari costruttori -, stupisce che a livello di committenti pubblici federali sia stata preferita la via della trattativa bilaterale eseguita per ogni singolo cantiere. Tutto questo nonostante le raccomandazioni emesse dalla KBOB indichino chiaramente la possibilità, per le imprese di costruzione, di rivendicare diversi aspetti legati alla pandemia, sulla base dei costi effettivi sostenuti, in percentuale sui prezzi unitari o su valori di riferimento riconosciuti».