Franco Denti si esprime sull'aumento dei contagi. «Vogliamo proteggere gli ospedali e consentire il contact tracing».
Sull'influenza rilancia: «Solitamente i bambini sono il vettore principale, si potrebbe considerare il vaccino».
BELLINZONA - Anche in Ticino i contagi da Covid-19 continuano a crescere. Nelle ultime ventiquattro ore 102 persone sono risultate positive al virus e ieri, dopo quattro mesi, si è registrata una nuova vittima. Una situazione che preoccupa anche l’Ordine dei medici del canton Ticino. «Non solo per le cifre cantonali, ma anche per quelle svizzere e dei Paesi vicini - commenta il suo presidente, Franco Denti -. Sappiamo tutti cosa è successo nei mesi passati. È una storia già vista e vorremmo che non si ripetesse».
Lo scenario della scorsa primavera fa paura. «Prima si alzano i numeri dei casi positivi, poi nel giro di due settimane aumentano le ospedalizzazioni e dopo ulteriori tre settimane i ricoveri in cure intense». Ed è proprio la protezione degli ospedali a stare a cuore ai medici. «Stiamo cercando di potenziare i check point. Magari con orari di apertura più lunghi e nel weekend, più personale medico e paramedico - aggiunge Denti -. Abbiamo chiesto una riunione ufficiale con il Consiglio di Stato per cercare di pianificare il più possibile i prossimi mesi, anche a livello ambulatoriale».
E se a fine maggio era stato proprio l’Ordine dei medici a lanciare l’appello sull’utilizzo della mascherina, oggi rilancia: «Che ci sia l’obbligo sui mezzi pubblici e nei negozi va benissimo. Ma bisogna estenderlo ai luoghi chiusi in cui non può essere mantenuta la distanza, anche sul posto di lavoro».
Per il dottor Denti, è fondamentale che il canton Ticino continui a riuscire a gestire il contact tracing. «Se quello non funziona, non riusciremo a isolare più nessuno». La preoccupazione maggiore è legata agli assembramenti: «Certe attività sportive minori oggi io le eviterei. Il servizio di contact tracing viene occupato per giornate intere per partite di calcio di campionati minori». In presenza di sintomi, comunque, «la prima cosa da fare è chiamare il proprio medico curante. Spetta a lui stabilire qual è la cosa migliore da fare», compresa la possibilità di attendere a fare il test. «Anche strisciare troppo presto non risolve il problema».
Per l'influenza stagionale, Denti assicura che l’Ordine dei medici ha pensato in anticipo: «Già a fine maggio abbiamo fatto un appello affinché venissero prenotati più vaccini rispetto agli anni passati. Ad esempio io che nel mio studio ne faccio solitamente un centinaio, ne ho ordinati il doppio. Inizieremo con i pazienti a rischio e gli over 65. Ora speriamo che arrivino, poi faremo le liste. Rimane aperta la grossa incognita sulla vaccinazione antinfluenzale ai bambini, spesso il vettore principale. Secondo me sarebbe una buona idea introdurla».