La locomotiva italiana è diventata terra di emigrazione. Verso la Svizzera soprattutto. Lo dice uno studio
CAMPIONE D'ITALIA - Terra del lavoro, sì, ma all'estero. Da "locomotiva" economica a trampolino per la Svizzera: la Lombardia è la regione italiana che negli ultimi anni ha prodotto più emigrazione. Destinazione: la Confederazione, soprattutto. Lo dice l'ultimo rapporto della Fondazione Migrantes, che ogni anno raccoglie i dati sull'emigrazione italiana.
Campione di emigrazione - Il record nel record - in termini percentuali - è di Campione d'Italia. I campionesi iscritti all'Aire - il registro degli italiani all'estero - sono 2.054, più di quelli rimasti in patria (2.003). Ma l'enclave è solo la punta, minuscola, di un fenomeno molto più grande.
Addio Lombardia - Dal 2006 al 2020 i lavoratori "in fuga" dalla vicina Penisola sono aumentati del 76 per cento, da 3,1 a 5,5 milioni. La prima regione per partenze è proprio la Lombardia, con 533.584 persone. Si tratta per lo più - si legge nel rapporto - di giovani diplomati, e la Svizzera è fra le destinazioni principali.
Destinazione: Svizzera - Gli italiani residenti entro i confini federali sono 633.955. Solo in Argentina e Germania se ne contano di più. Di questi, circa un sesto provengono dalla Lombardia (105mila). Un migrante lombardo su cinque (il 19,7 per cento per la precisione) finisce a lavorare in uno dei 26 cantoni.
I comuni lombardi con più partenze
provenienza | iscritti all'Aire |
Milano | 87.492 |
Como | 10.602 |
Brescia | 9.091 |
I comuni di frontiera con più partenze (top 25)
Luino | 2.148 |
Campione | 2.054 |
Lavena Ponte Tresa | 1.781 |
fonte: Fondazione Migrantes (Cei - 2020)
Milano e Luino - Se il nostro paese è la meta principale dei migranti lombardi - seguita da Argentina e Regno Unito - la maggior parte di questi non provengono dalle zone di confine, in realtà, ma da Milano (87.492). Segue Como (10.602) in seconda posizione. Nella classifica dei 25 comuni con più partenze figurano anche Luino (2.148) e Lavena Ponte Tresa (1.781) assieme al citato Campione d'Italia.
Più istruiti - Confrontando i dati attuali con quelli del 2006, sottolinea lo studio, si assiste anche alla «crescita in formazione e scolarizzazione della popolazione italiana residente oltreconfine». Ad emigrare insomma non sono più - o non solo - operai e manovali, ma persone con istruzione superiore.
«In cerca di impieghi generici» - Non si tratta dei famigerati "cervelli in fuga" tuttavia. Non è vero che la mobilità recente «è esclusivamente composta da altamente qualificati occupati in nicchie di lavoro prestigiose e specialistiche». A crescere sempre più «è la componente dei diplomati alla ricerca all'estero di lavori generici».