Spitex sotto pressione per il Covid. Il sindacato Vpod: «Riposi da rispettare, e mascherine per tutti»
BELLINZONA - Gli operatori degli spitex in Ticino sono sotto pressione con la pandemia. Chiedono il riconoscimento delle ore di lavoro perse, e maggiori tutele. È quanto è emerso dalla riunione dei deputati del sindacato Vpod tenutasi ieri (online).
Per fortuna non mancano le buone notizie. Gli assistenti di cura a domicilio hanno preso atto «positivamente» del rinnovo del contratto collettivo di lavoro, da parte di cinque enti pubblici sui sei attivi in Ticino. L'unica eccezione contro cui il Vpod punta il dito è l'ente del Locarnese (Alvad) i cui dipendenti «continueranno a lavorare senza protezione».
Nel settore privato, invece, 25 servizi su 30 hanno aderito al Ccl. Una scelta accolta «con soddisfazione» dal sindacato. Che tuttavia rivendica ulteriori misure a tutela degli operatori, in un momento difficile. Oltre al riconoscimento delle ore di lavoro perse durante il lockdonwn la dotazione di mascherine FFP2 per tutti gli assistenti durante i servizi a domicilio, il rispetto degli orari di lavoro e dei giorni di riposo, evitando sovraccarichi «attraverso l'assunzione di personale qualificato».