Giorgio Merlani in un video prospetta tre scenari per l'evoluzione della pandemia nel nostro cantone.
Il messaggio del medico cantonale è chiaro: «L'unico modo per controllare i contagi è ridurre il numero e la frequenza dei contatti tra le persone».
BELLINZONA - Giorgio Merlani ha deciso di rivolgersi direttamente alla popolazione con un video in cui mostra i tre possibili scenari sull'evoluzione epidemiologica del coronavirus in Ticino durante i prossimi mesi. Il messaggio del medico cantonale ai ticinesi è chiaro: «L'unico modo per controllare i contagi è ridurre il numero e la frequenza dei contatti tra le persone. Le misure servono, ma sono le scelte che facciamo ogni giorno a fare la differenza. Stringiamo i denti, con il nostro contributo potremo ritornare a una situazione che assomigli maggiormente alla normalità».
Quindi a determinare quale dei tre scenari si concretizzerà, sarà la combinazione fra efficacia delle misure messe in atto e comportamento della popolazione.
Ma andiamo a scoprire, nel dettaglio, quello che potrebbe aspettarci:
Primo scenario - La situazione attuale, precisa Merlani nel video, è abbastanza stabile e tende a una discesa. Ma questa non sarà ripida come quella di aprile. «Il primo scenario - spiega il medico cantonale - prevede una salita un po' più arrotondata e una discesa altrettanto lento. Questo potrebbe portare comunque pressione sugli ospedali e sarà fondamentale contribuire con i propri comportamenti a rallentare le cifre». Questo secondo Merlani sarebbe la prospettiva migliore. Andiamo a scoprire le altre due.
Secondo scenario - Gli scenari «peggiori» prevedono che dopo un iniziale assestamento si rimane comunque alti con i numeri di contagi giornalieri. «Paradossalmente, in questo scenario, non c'è un picco ma un altipiano e si continua a rimanere con dei valori elevati di casi e di persone che finiscono in ospedale».
Terzo scenario - Il terzo scenario è il peggiore di tutti e si è già presentato in alcuni Paesi: «Qui i casi - precisa Merlani - sono inizialmente scesi per poi ripartire subito con una terza ondata peggiore della seconda. Questo è lo scenario peggiore che logicamente vogliamo evitare a tutti i costi».
L'obiettivo - Quello che vogliamo, precisa Merlani, è «di cercare di scendere, anche se lentamente, per tornare il più possibile alla normalità». E l'unico modo per fare questo - sottolinea il medico cantonale - è ridurre il numero e la frequenza dei contatti tra le persone. «Le misure servono, ma sono le scelte che facciamo ogni giorno a fare la differenza». Poi Merlani fa degli esempi concreti: «Se oggi incontro quattro persone che domani incontreranno a loro volta quattro altre persone, rischiamo di trasmettere a sedici individui l'infezione. Se invece incontro due persone e un paio di giorni dopo incontro sempre loro, il rischio massimo è di contagiare due persone».
«Le misure che conosciamo faranno la differenza» - Merlani, infine, ripete quelle misure che ormai - da inizio pandemia - tutti conosciamo molto bene. «So che potremmo iniziare a essere stanchi - precisa il medico cantonale - ma queste misure valgono sempre. La distanza, l'igiene delle mani, controllare il numero di contatti che abbiamo, evitare d'incontrare tante persone senza protezione, senza la distanza e senza la mascherina». Poi Merlani conclude il suo intervento ricordando l'importanza di quarantene e isolamenti. «Quando abbiamo dei sintomi non andiamo a lavorare e non incontriamo nessuno. Facciamo in modo di fare il test subito e se siamo in quarantena, rispettiamola».