Auto di lusso, shopping sfrenato. Sui social i protettori delle prostitute si esibiscono. E intanto scattano le manette
Due 38enni accusati di sfruttamento della prostituzione nel Bellinzonese. Ma il fenomeno resta ampio e visibile. Lo dicono le testimonianze e le segnalazioni in polizia
LUGANO - Porsche, Lamborghini, vestiti griffati, shopping nelle boutique di via Nassa. E le prostitute pagano il conto. Anche in Ticino i protettori si arricchiscono sfruttando le ragazze nei postriboli o negli appartamenti a luci rosse, e non fanno niente per nasconderlo.
Le foto di auto lussuose e pose "da nababbi" parlano da sole, postate sui social dai diretti interessati o inviate in redazione dai lettori indignati. Ma qualche volta finiscono male. È il caso ad esempio di due 38enni rumeni, entrambi residenti nel Bellinzonese, arrestati per ordine del Ministero Pubblico nei giorni scorsi.
Attraverso «un sistema di controllo e sfruttamento» avrebbero gestito un giro di prostituzione. I due prendevano una quota su ogni prestazione, e in più si facevano pagare affitti esorbitanti dalle ragazze. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Nicola Respini, le misure sono state convalidate dal giudice dei provvedimenti coercitivi.
Ma i "magnaccia" in circolazione sono tanti, e il fenomeno non è certo nato ieri. In passato abbiamo raccontato il problema attraverso la testimonianza di chi in quel mondo ci lavora, nei postriboli o in associazioni come l'antenna MayDay, che fornisce sostegno e consulenza alle prostitute. Anche in Gran Consiglio la questione "protettori" è stata sollevata nelle discussioni sulla nuova legge sulla prostituzione.
Tutti concordano su un punto: «Le ragazze hanno paura di denunciare». In compenso gli stessi sfruttatori - o presunti tali, fino a sentenza - non sembrano preoccuparsi di nascondere la propria attività. Le segnalazioni inviate a tio.ch/20minuti dai lettori si sprecano. Mostrano auto di grossa cilindrata - Mercedes, Bmw, anche una Bentley e una Lamborghini - regolarmente con vetri oscurati, avvistate nei dintorni della zona a luci rosse di Grancia-Pazzallo.
In un caso un testimone racconta di avere visto scendere da una di queste auto - una Bentley con targa rumena - due ragazze straniere, accompagnate dall'autista all'interno dell'ufficio postale di Grancia. «Le ho viste entrare e depositare denaro, il tutto sotto gli occhi di questo minaccioso accompagnatore» racconta il lettore. «E non è la prima volta. Vengono continuamente dai postriboli qui attorno».
Anche sui social i protettori non si nascondono. Su Tik Tok circolano video di auto sempre diverse, sempre con targhe rumene, con sullo sfondo scorci di Lugano e del distretto di Grancia-Pazzallo. In un filmato un 30enne rumeno entra con una ragazza discinta in un negozio di via Nassa, appoggia sul bancone 700 franchi in banconote, davanti a un commesso sorridente. Un altro mostra una Mercedes che sfreccia a 230 km all'ora su un'autostrada del Nord-Italia.
Lo stesso personaggio è stato segnalato alla Polizia comunale di Lugano e alla Teseu: per alcune settimane avrebbe sfruttato una prostituta all'interno di un appartamento di vacanze in via La Roggia a Cassarate. Secondo i vicini di casa «andava e veniva continuamente» in mezzo al via vai dei clienti. «Abbiamo anche il sospetto che picchiasse la ragazza - raccontano - la sentivamo spesso lamentarsi».
Situazioni alla luce del sole, per cui - nel caso dei due 38enni arrestati - la Procura ha ipotizzato persino il reato di tratta di esseri umani. I due arrestati negano ogni addebito. Ma qualche vittima evidentemente ha iniziato a denunciare. Chissà che, con la nuova legge sulla prostituzione, anche i video su Tik Tok diventeranno meno spavaldi.