L'imponente opera d'arte in bronzo è stata appositamente ideata per inserirsi nel panorama del Verbano.
Intitolata “Prendere la luce", il nome racchiude la vocazione dell'opera che si protende verso il lago come per assorbirne i riflessi di luce.
MURALTO - Il Comune di Muralto si arricchisce di una nuova importante opera d’arte. Nello spazio antistante l’Hotel Lago Maggiore - aperto pochi mesi fa su iniziativa della Fondazione Ubaldo e Maria Scazziga (costituita nel 2013 per volontà delle figlie Biancarosa e Cleofe per onorare i genitori) - è stata posata una scultura in bronzo di grandi dimensioni realizzata da Ivo Soldini. Larga 4 metri e mezzo per un'altezza di 3 metri e mezzo e un peso di circa 3 tonnellate, è stata ideata per questo preciso spazio ed è stata realizzata nell’ultimo anno.
Già nel nome, “Prendere la luce”, è racchiusa la vocazione di quest’opera, che strutturalmente s’indirizza, si protende verso il lago come per assorbire i riflessi di luce del Verbano da quella postazione particolarmente pregiata del lungolago muraltese. E verso la prospettiva del lago racchiuso tra colline e montagne la scultura proietta tanto il suo volume massiccio, però temperato dai movimenti e rapporti all’interno dei corpi strutturali dell’opera, quanto il significato riferito alla figura umana, a gruppi di figure tra loro riunite in un confronto ravvicinato, in uno sviluppo generazionale, in rapporti di stretta vicinanza e, alla fine, in dialoghi di solidarietà. In questo modo la scultura si ricollega alla lunga, importante storia della regione oltre che alla distintiva presenza a Muralto di uomini di cultura e di artisti tra i maggiori di Novecento, che hanno contribuito alla storia del Comune.
L’opera si sviluppa con una poderosa volumetria su una base inclinata, che si anima nella proiezione dei gruppi di figure umane solidalmente proiettati verso lo spazio. La scultura costituisce un importante elemento distintivo del lungolago, anche per via della patinatura lievemente dorata.
Ivo Soldini conferma con quest’opera di coltivare il rapporto con la tradizione della scultura, seppure in forma aggiornata e personale. «Il lavoro di Soldini – scrive Maddalena Disch nel Lexicon degli artisti svizzeri - si inscrive in quel filone della tradizione scultorea che pone al centro dell’attenzione la raffigurazione umana, in particolare l’indagine psicologica della moderna esistenza dell’uomo».
Realizzata alla fonderia Perseo di Mendrisio l’opera posa su una sopra elevazione muraria ed è sorretta da un’importante sottostruttura che ne garantisce la stabilità.
L'artista in breve - Ivo Soldini (Lugano 1951), dopo il liceo cantonale a Lugano segue studi all’Accademia di Brera e all’università Statale di Milano, facoltà di scienze politiche, lettere e storia dell’arte. Si dedica al disegno e alla pittura di ambito espressionista-simbolista, e dal 1976 si concentra sulla scultura in bronzo di piccolo e medio formato (statuette e rilievi, talora anche in alluminio e gesso), ben presto contraddistinta da realizzazioni monumentali per spazi sia pubblici che privati. Nel frattempo continua a svolgere una fertile produzione grafica (disegni a matita, carboncino, china, tecniche miste), d'incisione (acqueforti e puntesecche) e pittorica (tempere, acquerelli, oli).
Negli anni ’70 partecipa al Movimento 22. Dal 1973 espone in sedi espositive pubbliche o private in Svizzera con un’assidua presenza oltre San Gottardo e all’estero. È considerato uno dei più rappresentativi artisti del territorio a sud delle Alpi. Il suo percorso è scandito da rilevanti mostre personali. Basti citare quelle a Bellinzona, Palazzo civico (1981), a Milano, Centro svizzero (2001), al Château de Gruyères (2005), alla G di Vira Gambarogno (2015) e a Locarno, Pinacoteca comunale Casa Rusca (2017). Nel 2005 l’artista ha donato al Cardiocentro di Lugano una settantina di opere tra sculture, dipinti, disegni, acquerelli e incisioni. Nel 2017 ha esposto la sua Collezione d’arte alla Pinacoteca Züsta Rancate-Mendrisio; nel 2019 una serie di sue opere di grandi dimensioni è stata posata sul Monte Tamaro.