Il disappunto delle donne imprenditrici: "In Ticino c'è sempre una scusa per non promuovere una donna"
COMANO - Stupore e dissenso da parte di Business&Professional Women Switzerland-Club Ticino a seguito delle indiscrezioni stampa circa per la mancata nomina di Milena Folletti a direttrice della RSI. La Business and Professional Women Svizzera – BPW Switzerland – è una associazione che rappresenta gli interessi delle donne attive professionalmente e ha lo scopo di migliorare la partecipazione economica e politica delle donne.
L'associazione parla di comportamento discriminatorio nei confronti di una donna in carriera e nella loro presa di posizione evidenziano l'importante ruolo svolto da Milena Folletti in questi anni all'interno della RSI: "La signora Folletti è una professionista altamente qualificata e competente che vanta una lunghissima esperienza nel settore dei media e all’interno della stessa RSI. Ha ricoperto e ricopre ruoli di grande responsabilità e si è impegnata in prima linea a difesa del servizio pubblico durante la campagna No-Billag. Estremamente sensibile a una cultura a tutela della parità di genere, ha portato in azienda sensibilità e attenzione per un tema tanto importante quanto trascurato".
Una presa di posizione che ha l'obiettivo di mettere in luce un Ticino insensibile alle pari opportunità. Un Ticino che "sembra ignorare il fatto che il Consiglio federale intende provvedere affinché le comunità linguistiche e i sessi siano rappresentati in modo equo negli organi direttivi superiori di imprese e istituti parastatali, di cui la SSR fa parte". Dure critiche anche allo stile di come è stata comunicata l'informazione: "Anche in questo caso, ancora una volta, anziché elogiare le caratteristiche della persona scelta, si è preferito insinuare mancanze nella Signora Folletti o peggio ancora coinvolgimenti in questioni aziendali che sono sotto i riflettori. Ancora una volta, all’altro concorrente uomo, non è stata riservata la stessa attenzione".
E infine critiche anche alla CORSI e SSR, che "a parole difendono la parità di genere, ma quando hanno occasione di metterla in pratica, la disdegnano. Ci sarà sempre una scusa per non promuovere, assumere, premiare una donna".