La cena di fine anno dell'Ospedale del Cuore si è tenuta su Zoom. Ma non per questo è stata meno coinvolgente
LUGANO - "Distanti ma vicini". È la frase che ha caratterizzato gran parte della pandemia di coronavirus, soprattutto durante la prima ondata. E al Cardiocentro l'hanno presa alla lettera, anche per quanto riguarda la cena di fine anno. «La scelta era tra non fare niente e fare qualcosa di diverso. Oggettivamente non si poteva non fare niente, perché per l’Ospedale del Cuore il 2020 è un anno molto importante, che segna l’integrazione nell’Ente Ospedaliero Cantonale», spiega la direzione in un comunicato. Così i vertici hanno optato per una cena virtuale-modello Zoom.
Venerdì sera, quindi, collaboratori e dirigenti dell’Istituto si sono ritrovati su Zoom per un vero e proprio evento, con una regia professionale e un piccolo studio creato ad hoc, dal quale il direttore, Massimo Manserra, ha pronunciato il suo discorso e ha gestito gli interventi ufficiali. Ogni collaboratore ha inoltre ricevuto un piccolo box con la cena preparata da una società locale di catering, una bottiglia di champagne e una flûte griffata Cardiocentro.
Alla fine di questo anno particolare, che per il Cardiocentro segna un ponte tra passato e futuro e che è stato segnato dal dramma della pandemia, il Consiglio di Fondazione ha voluto esprimere con un gesto concreto il suo grazie a tutti i collaboratori che riceveranno - come ha ricordato il presidente della Fondazione Cardiocentro, Giorgio Giudici - una gratifica straordinaria di mille franchi. «Per quanto è stato fatto e si continua a fare per la cura dei pazienti - ha spiegato il direttore -, in modo composto, senza proclami, con professionalità, passione, encomiabile umanità e grande sacrificio».