Christian Vitta ha anticipato la cifra al Parlamento. Settimana prossima il messaggio con clausola d'urgenza
«Ci aspettiamo che Berna non abbandoni i Cantoni al loro destino». Con queste parole Christian Vitta ha parlato oggi al Parlamento (durante la discussione sul Preventivo 2021) dei casi di rigore, cioè le piccole medie imprese messe in difficoltà dalla pandemia e messe a confronto con pesanti perdite causate dalle norme anti Covid-19. Il direttore del DFE ha inoltre annunciato che l’importo a disposizione per il Ticino è di 75 milioni di franchi, di cui 25-30 a carico del Cantone.
Venerdì, nell'annunciare nuove restrizioni alle attività economiche per arginare la pandemia di coronavirus, il Consiglio federale aveva infatti promesso un'iniezione supplementare di 1,5 miliardi di franchi, di cui 750 milioni quale riserva provenienti dalla cassa federale, che si aggiungono al miliardo già a disposizione. Senza sorprese, oggi, anche il Consiglio Nazionale, dopo gli Stati ieri, ha approvato l'importo supplementare.
Il Consiglio di Stato presenterà il messaggio la prossima settimana, quando avrà gli elementi definitivi forniti dalla Confederazione, con la clausola d'urgenza. «Utilizziamo anche lo strumento dei casi di rigore per fare una risposta alle restrizioni poste in essere dal Governo e da Berna», ha aggiunto Vitta.
Le aziende in difficoltà avranno quindi la possibilità di scegliere tra importi a fondo perso e il prestito. «La Confederazione mette a disposizione questi importi ma chiede strette regole di controllo per evitare gli abusi - ha quindi concluso il direttore del DFE -. Il meccanismo ruota attorno alla cifra d’affari. I soldi elargiti devono servire a coprire i costi fissi (tra i quali gli affitti). Anche lo strumento dell’indennità di perdita di guadagno è stata nel frattempo prolungata e auspichiamo novità positive anche sul piano del lavoro ridotto».
Al Gran Consiglio, riunito al Mercato Coperto, Vitta ha quindi lanciato l'esortazione ad approvare il Preventivo 2021: «Per noi è importante avere la certezza di un preventivo aggiornato per poter far funzionare il sistema anche a partire da gennaio». Qualora il Preventivo non venisse approvato entro la fine di dicembre, con un posticipo al mese di gennaio, lo Stato non avrebbe infatti facoltà di assumere nuovi oneri che non siano già previsti dalle norme legali. E, in caso di rinvio, la spesa ammessa sarebbe limitata alla quota pro rata - pari a un dodicesimo - di quella concessa nel Preventivo 2020.