Il Plrt si distanzia fermamente dalla «goffa segnalazione» della Commissione giustizia e diritti alla corsi
«Alla base di questa segnalazione vi è un atteggiamento lesivo della libertà di stampa» secondo l'Mps
LUGANO - Il Partito Liberale Radicale Ticinese (PLRT) ha dichiarato di distanziarsi fermamente dalle accuse da parte della Commissione giustizia e diritti contro il giornalista del Quotidiano che si sarebbe espresso con «affermazioni gravemente faziose e infondate».
Definendo lo spettacolo mediatico che si è formato attorno alla rielezione a PP dei 5 Magistrati «poco edificante», la sezione ticinese dei liberali radicali ha comunicato la propria contrarietà alle dichiarazioni della Commissione: «Oltre a esercitare una pressione ingerente sul servizio pubblico, i membri della Commissione hanno anche consapevolmente scelto di segnalare il giornalista proprio il giorno di Natale».
Infatti, spiega la lettera co-firmata dal Presidente Alessandro Speziali e dal Segretario Andrea Nava, «ai Commissari firmatari non è andato giù il commento negativo espresso sulla scelta di riproporre e rinominare i 5 Procuratori pubblici preavvisati negativamente dal Consiglio della magistratura, giudizio poi confermato dal Procuratore pubblico». Insomma, «si tratta di un tentativo evidente di far pressione – anche a futura memoria … – sul servizio pubblico che il PLR ritiene altamente inopportuno».
«I Partiti e i politici si trovano spesso confrontati con i giudizi dei media e il confronto è senz’altro essenziale per l’intero sistema democratico», continua la nota del PLRT, «tuttavia, questo genere di azioni sono tese a delegittimare la libertà di espressione – che di certo nelle puntate de Il Quotidiano non è stata abusata».
Al centro della critica anche le tempistiche: secondo il PLRT, è un «vero e proprio fallo di reazione non solo nei contenuti, ma anche nei modi: malgrado gli episodi contestati risalissero a due settimane fa, la maggioranza della Commissione giustizia e diritti ha consapevolmente deciso di consegnare la segnalazione ai media – colpendo pubblicamente il giornalista – proprio il 25 dicembre. Non è questione di laicità, ma di buon gusto».
Anche l'Mps critica la Commissione - «Non vi sono dubbi che si tratti di un grave atto di intimidazione nei confronti di un giornalista che ha esercitato, come suo diritto e dovere, la propria libertà di commentare avvenimenti importanti come quelli che hanno interessato il Parlamento in relazione alla nomina dei Procuratori Pubblici», si legge in un comunicato stampa del Movimento per il socialismo (Mps).
«Alla base di questa segnalazione vi è un atteggiamento lesivo della libertà di stampa e di espressione che deve essere riconosciuta a tutte e tutti i giornalisti, indipendentemente dal fatto che le opinioni che esprimono possano essere o meno condivise» prosegue poi la nota.
«Non siamo certo stupiti di questo atteggiamento da parte della commissione e dei suoi partiti; forme di censura e intimidazione di questo tipo vengono regolarmente praticate nei confronti dei deputati e delle deputate dell’MPS» denuncia il movimento.
L’MPS fa infine notare che la Commissione non aveva nessuna competenza, essendo un organismo del Gran Consiglio, «essa non può assumere iniziative di questo genere senza avere l’avallo del Gran Consiglio». Di conseguenza l'mps «chiederà che questo atto venga sottoposto al Parlamento in occasione della prossima seduta».
«L’MPS», infine, «esprime la propria solidarietà al giornalista oggetto di questo inaccettabile attacco e chiede al consiglio Regionale della Corsi e al consiglio del pubblico di non dare seguito a questa segnalazione» conclude la nota.