Chiusi mentre altri restano aperti, hanno cominciato ad accendere le insegne dei loro locali in segno di protesta.
Simon Betar, del B4 Before di Lugano: «Perdere dicembre è una mazzata pazzesca. I cosiddetti aiuti della primavera si sono rivelati una spada di Damocle sulla testa, ma questa volta le autorità si sono superate».
LUGANO - È una notte «triste», questa, per il presidente di GastroTicino, Massimo Suter, che ha chiesto ai ristoranti e ai bar del cantone, chiusi a causa della pandemia, di accendere comunque le proprie insegne in segno di speranza o protesta, «a scelta». E gli esercenti, impossibilitati ad accogliere i loro clienti in una serata per molti normalmente di grande lavoro, non si sono fatti pregare. Con l'hashtag #ilTIcinoNONsiFERMA hanno così cominciato a condividere le foto dei loro locali illuminati ma tristemente vuoti.
«Chiusi e abbandonati ingiustamente», lamenta per esempio il B4 Before Snack Bar di Lugano, che, come gli altri, coglie comunque l'occasione per augurare buon anno ai propri clienti. «Siamo chiusi per ingiustizia», denuncia dal canto suo il Bar Notting Hill di Vezia.
Più articolata, ma altrettanto polemica, la presa di posizione dell'Osteria degli operai di Losone: «Noi chiusi per il vostro bene, per non farvi ammalare, per non farvi soffrire, però mi raccomando tutti ammassati nei centri commerciali, tutti in colonna vicini per andare a sciare», scrive su Facebook. «Con questo voglio precisare che fa male più a noi vedere il locale con le luci spente, senza la vostra allegria e le vostre fantastiche voci, ma ci sono troppe cose che non stanno in piedi e iniziamo a essere stufi», continua.
«Siamo sicuri siano i bar il problema?», sintetizza il Bar Mondo di Biasca. «Perché solo noi?», gli fa eco il Grotto San Martino di Mendrisio. «Ridateci il lavoro e il sorriso», chiede.
«Il mese di dicembre è il miglior mese per tutti noi ristoratori a livello d'incassi», ricorda Simon Betar, gerente titolare del B4 Before Snack Bar di Lugano, che ci risponde in questa serata festiva. «Se manca questo, a fine anno ci sono tutte le fatture, le tredicesime dei dipendenti, ecc... Una mazzata pazzesca», aggiunge.
Ristoranti e bar, del resto, arrivavano da una primavera già molto difficile. I «cosiddetti aiuti» messi in campo da Confederazione e Cantone, infatti, si sono rivelati una «spada di Damocle» sulla testa: «Il credito covid è un debito tossico che dovremo restituire entro cinque anni. È servito per pagare l’IVA, l'AVS, il 2° pilastro, ecc.», lamenta Betar. «L'indennità per lavoro ridotto dei dipendenti, poi, è stata un’altra fregatura per noi datori di lavoro in quanto ha tutelato i dipendenti dal licenziamento, ma, in due mesi, questi ultimi hanno maturato vacanze (6 giorni), giorni festivi (2) e oneri sociali a nostro carico - continua -. Abbiamo dovuto pagare tutte le spese fisse (affitti, elettricità, abbonamenti quotidiani, ecc.) e non abbiamo ricevuto alcun aiuto concreto a fondo perso».
Per il gerente, in questa seconda ondata le autorità si sono addirittura «superate»: «Dalla riapertura, a maggio, hanno imposto metà capienza, distanze fra i tavoli, divisori, disinfettanti, mascherine, guanti, sale, pepe, formaggio, olio ecc. monodose, piani di previdenza e tabelle aggiornate, controlli di polizia, controlli dell'ispettorato del lavoro, obbligo di raccogliere i dati dei clienti e verificare i numeri di natel, chiusure anticipate, rifiuto dell'indennità per lavoro ridotto da parte di Bellinzona... e ci hanno chiusi senza farci nemmeno un cenno», denuncia.
#ilTIcinoNONsiFERMA CHIUSI E ABBANDONATI INGIUSTAMENTE BUON ANNO AI NS CLIENTI
Pubblicato da B4 Before Lugano su Giovedì 31 dicembre 2020
#ilticinononsiferma
Pubblicato da Bar Notting Hill su Giovedì 31 dicembre 2020
Accendiamo l’insegna della speranza ! Noi chiusi per il vostro bene, per non farvi ammalare, per non farvi soffrire,...
Pubblicato da Osteria degli operai su Giovedì 31 dicembre 2020
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#ilTIcinoNONsiFERMA #gastrosuisse #gasrtoticino #gastromendrisiotto #grottosanmartino # siamoallafrutta
Pubblicato da Mamo San Martino su Giovedì 31 dicembre 2020
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