Dal 1. gennaio è scattato il nuovo diritto al congedo, un «momento storico per la politica famigliare svizzera»
Ma il sindacato OCST ha intenzione di «vigilare su situazioni in azienda che potrebbero disincentivare l'utilizzo del congedo».
BELLINZONA - Il congedo paternità è realtà. Una gioia per i bimbi nati dalla mezzanotte del 1. gennaio 2021 e le loro famiglie. Un progresso sociale altamente celebrato, che rappresenta anche un cambio culturale importante per il nostro Paese. La società, infatti, passa dal non prevedere nulla (o quasi) al riconoscere il ruolo e l’importanza del papà “a casa” nei primi mesi di vita del bambino. Ed è proprio la reazione a questo mutamento a destare qualche preoccupazione.
Dal voto (era il 27 settembre) a oggi sono molte le domande poste da futuri padri al sindacato OCST. «Da parte nostra monitoreremo la situazione per evitare che questo momento di gioia si trasformi in uno strumento di pressione da parte di alcuni datori di lavoro allo scopo di disincentivare l’utilizzo di questo congedo», ha dichiarato il vicesegretario regionale Giorgio Fonio. Che aggiunge: «Io sono convinto che la stragrande maggioranza delle aziende è felice di poter contribuire, ma ci saranno alcune situazioni in cui i datori di lavoro faranno fatica a capire che il suo dipendente mancherà dal lavoro qualche giorno».
Ma si tratta di un (nuovo) diritto. Che come tale è "facoltativo": è cioè il lavoratore a decidere se e quando prendere congedo. E il neo papà potrebbe decidere di non usufruirne o di limitarsi a chiedere meno di dieci giorni, anche a causa di pressioni o paure. Ed è su queste situazioni che il sindacato intende vigilare. «La vera “problematica” è più che altro culturale, ideologica. Ma non dobbiamo dimenticare che è un enorme passo avanti - aggiunge Fonio -. E dieci giorni sull’arco di sei mesi non rappresentano un problema per le aziende. Mentre i papà potranno partecipare, ad esempio, alla prima visita dal pediatra o all’inserimento al nido». Per il datore di lavoro, inoltre, non rappresenta un costo: la compensazione è fissata all'80% del reddito attraverso il regime di indennità per perdita di guadagno.
«È un momento storico per la politica famigliare svizzera - conclude Fonio -. Che il 2021 sia davvero l’inizio di una società che riconosce non solo il ruolo della mamma, ma anche quello del papà presente nella vita familiare nel momento straordinario dell’arrivo di un bambino».