Gli operatori turistici potranno beneficiare solo degli aiuti di rigore.
Sandro Fabretto della Gateway Tours: «Scelta infelice visto che il fatturato è crollato al 10%». L'apertura non è invece un frutto avvelenato per i centri di orto e giardino, Raffaele Caminada: «Era una richiesta già fatta dalle associazioni di categoria in primavera».
LUGANO - Una “bellezza” per le estetiste, quasi un “biglietto senza ritorno” per le agenzie di viaggio. Che possono restare aperte. Ma la decisione del Consiglio federale lascia l'amaro in bocca al settore. «Per l’attuale poco lavoro che abbiamo sarebbe stata auspicabile una chiusura. Oggi siamo aperti, purtroppo, per obbligo. Così se chiudiamo lo facciamo volontariamente e non siamo retribuiti. Aprendo invece un minimo di ore possiamo rientrare nel “lavoro ridotto”» dice Sandro Fabretto, titolare della Gateway Tours di Lugano e presidente, in passato, dell’Associazione ticinese agenzie viaggi.
Nessun brindisi, dunque, ieri sera all’annuncio da Berna…
«Assolutamente no, come dico, avremmo piuttosto brindato per un’imposizione di chiusura dall'alto che per noi, e per tutti i titolari d’agenzia, avrebbe rappresentato una risorsa in più per allungare la nostra vita economica».
Avreste infatti potuto ottenere aiuti che si sperano celeri.
«Avremmo potuto tutti beneficiarne, mentre così resta tutto invariato. Lavoriamo quelle poche ore in presenza».
Tra maggio e dicembre, qual è stato il vostro cliente tipo? Se c’è stato.
«Sono gli irriducibili che pur tra mille difficoltà, restrizioni e limitazioni hanno deciso di partire. Ma stiamo parlando di una percentuale bassissima. La cifra d’affari è crollata. Siamo in modalità non solo di lavoro ridotto, che è sceso al 10%, ma anche, in una percentuale simile, di fatturato».
Si è chiesto perché vi hanno lasciati aperti, in pratica contro le vostre aspettative? Diverso il caso di altri settori che hanno insistito per l'apertura.
«È stato deciso così, come per altre categorie, credo per non indennizzare a tappeto tutto con una chiusura imposta. Come altri rientriamo in questi famosi casi di rigore...».
Riconosciuti, ricordiamo, quando il fatturato annuo nel 2020 ha avuto una flessione di almeno il 40%...
«Siamo in cima alla lista per calo di entrate. Questa indennità, che riceveremo verosimilmente non prima di fine marzo, diventa la nostra ultima spiaggia. Ma dare la possibilità a un’agenzia di rimanere aperta in un contesto del genere dove nessuno viaggia è una scelta infelice. Ma così è».
Con l’arrivo della primavera e, si spera, del vaccino in quantità, il settore viaggi potrebbe ripartire?
«Il vaccino non è però la soluzione dei mali di cui soffriamo. Farà diminuire la pressione sugli ospedali e ne beneficeremo forse in termini di libertà personali. Per viaggiare all’estero invece tutto il 2021 e, temo, parte del 2022 sarà caratterizzato dai tamponi, in ogni caso, e anche dalla mascherina. Dipendiamo infatti soprattutto dalle misure esterne decise dagli altri Paesi».
Ciò cosa comporta?
«Sono aspetti che non vanno sottovalutati. Ci sono Paesi in Europa che richiedono il tampone e poi non si hanno sorprese. Ma altri possono pretendere anche una seconda quarantena in caso di un check e un ulteriore tampone a sorpresa al momento dell'arrivo. Peggio ancora quando viene imposta una quarantena in un albergo deciso da altri. Tutta questa incertezza, più che la paura di ammalarsi, frena e scoraggia le prenotazioni e i viaggi».
Luce verde ai centri di orto e giardinaggio: «Così si evitano gli assalti di primavera»
A differenza del primo lockdown i centri per l’orto e il giardino stavolta rimarranno aperti. Visto il periodo invernale ci si potrebbe chiedere se questo non sia un frutto avvelenato? «Al contrario la reputo una decisione molto positiva e siamo contenti - risponde Raffaele Caminada, titolare della Caminada Sementi di Cadempino -. Una chiusura apre sempre all’incertezza e questo è qualcosa di duro per i titolari come per i collaboratori». L’azienda che lavora anche con gli agricoltori e gli orticoltori nel settore primario non avrebbe in ogni caso interrotto completamente l’attività. Ma poter aprire al pubblico fa piacere, pure a metà gennaio: «Anche se siamo in bassa stagione, basta qualche giornata di sole e le persone iniziano a uscire all’aria aperta e metter mano al giardino». A differenza di marzo, stavolta la politica ha fatto altre scelte: «Lo scorso anno quando, dopo il lockdown, i centri di giardinaggio hanno riaperto c’è stato un vero e proprio assalto dei clienti con assembramenti. Credo abbiano voluto evitare il ripetersi della stessa situazione. Infine non dimentichiamo le petizioni e la richiesta di tenere aperto fatta in primavera dalle associazioni di categoria». Il primo lockdown ha lasciato qualcosa in eredità alla Caminada Sementi: «Accanto alla vendita in negozio continueremo e rafforzeremo lo shop online. Molti preferiscono non spostarsi da casa e questo ha anche dei risvolti ecologici». È il frutto dolce di una stagione amara.