La formazione chiede al gruppo di fare «marcia indietro» sulla compensazione del lavoro ridotto.
«Nonostante gli utili da record Migros abbassa le paghe in piena pandemia!», denuncia.
BELLINZONA - Il Partito comunista ticinese si scaglia contro la decisione di Migros di non versare più ai dipendenti di alcune sue controllate il 20% di salario non coperto dalla cassa disoccupazione nell'ambito del lavoro ridotto, al contrario di quanto fatto durante la prima ondata della pandemia di Covid-19. «Addio a Duttweiler: nonostante gli utili da record Migros abbassa le paghe in piena pandemia!», lamenta la formazione politica rievocando i principi sociali del fondatore del gigante arancione.
«Siamo ben consapevoli che non vige alcun obbligo legale in questo senso da parte del padronato, ma stiamo parlando dell'azienda "cooperativa" (e ci sarebbe da molto da chiedersi su come questa forma giuridica sia oggi strumentalizzata) fondata da Gottlieb Duttweiler con fini "sociali"», scrive il partito in un comunicato. «Questa stessa azienda ora invece rifiuta di compensare il lavoro ridotto imponendo a molti lavoratori (e soprattutto alle lavoratrici che già guadagnano poco) una importante riduzione della loro paga in un momento difficilissimo per le famiglie», aggiunge.
«Momento difficilissimo per le famiglie», che non sarebbe tale, però, per la grande catena di distribuzione: «Migros ha registrato nel 2020 - anno della pandemia - un utile definito da record anche da Bilanz e questo mentre i piccoli commercianti chiudevano!», continua la nota. «Duttweiler disse una volta: "I salari, le condizioni di lavoro e il rapporto con i lavoratori e il personale devono essere esemplari" - conclude il Partito comunista -. Oggi invece Migros, voltando le spalle al proprio fondatore, adotta un politica di ostacolo all'attività sindacale e di fatto rifiuta di ridistribuire equamente (come fa una cooperativa vera) i propri guadagni. Esprimendo solidarietà ai lavoratori colpiti, chiediamo a Migros di fare marcia indietro e di finalmente aprire realmente i posti di lavoro ai sindacalisti, a tutti i sindacalisti!».