Ostacoli e trappole piazzati sui Monti di Claro: la convivenza fra i vari fruitori dei sentieri non è sempre semplice.
Anche per questo in primavera scatterà una campagna di sensibilizzazione. Mauro Regusci: «Serve tolleranza e buonsenso da parte di tutti».
BELLINZONA - La pandemia ha contribuito a far (ri)scoprire a molte persone il piacere di frequentare i boschi e le montagne ticinesi. Escursionisti, ma anche amanti della mountain bike che in un numero sempre maggiore decidono di percorrere gli oltre 4'000 km di sentieri offerti dal nostro territorio. La convivenza non è però sempre facile e talvolta nascono diatribe fra chi questi sentieri li usa per fare due passi in tranquillità e chi invece li percorre praticando il proprio sport preferito.
Legni incastrati e chiodi nascosti - Come è successo in zona Monte di Moliègh a Claro, dove qualcuno ha pensato bene di mettere, letteralmente, i bastoni fra le ruote dei bikers. «Qualche giorno fa stavo percorrendo il sentiero che si trova nella zona delle cave e a causa di alcuni legni sono caduto, ferendomi al volto. Fortunatamente ero ben protetto dal casco e dalla maschera», racconta uno di loro. Una caduta non certo dovuta alla sua incapacità - si tratta di un ciclista che chiamare esperto è quasi riduttivo - ma che sarebbe riconducibile a un atto deliberato di qualcuno: «Oltre ai legni incastrati fra le piante, messi volontariamente per bloccare il sentiero, abbiamo trovato anche dei chiodi nascosti sotto a un'asse».
I sentieri sono di tutti - Il sentiero in questione «non dà fastidio a nessuno, non passa in mezzo a nuclei di cascine ma ne lambisce solo un paio», aggiunge il nostro interlocutore. «Potrei capire se parlassimo di moto, che causano rumore. Ma qui, vista la difficoltà del percorso, parliamo di una decina di biciclette alla settimana». Il problema della convivenza fra i vari fruitori dei sentieri, ma anche fra utenti e residenti, è noto da tempo. Tuttavia occorre ricordare che le mountain bike sono di principio sempre ammesse sui sentieri, a meno che non siano espressamente vietate.
Serve buonsenso e tolleranza - «Di base non c'è alcun divieto, l'unica regola importante da ricordare è che il pedone ha sempre la precedenza», conferma Mauro Regusci, responsabile del Centro di competenza mountain bike presso Ticino Sentieri. «È chiaro che la convivenza dipende dal buonsenso e dalla tolleranza di ognuno, bikers ed escursionisti, ma anche chi vive a ridosso di questi sentieri». Secondo l'esperto si tratta comunque di problemi piuttosto rari e circoscritti, anche perché la maggior parte delle persone che frequentano la montagna è gente rispettosa. L'invito è però quello di segnalarli: qualche anno fa un caso simile sfociò ad esempio in una denuncia penale.
Una campagna di sensibilizzazione - Rari, ma comunque presenti e spesso amplificati nell'era dei social. Proprio per questo in primavera partirà una campagna informativa sulla convivenza fra chi usa i sentieri e i pascoli: «Cercheremo di fare chiarezza sui diritti e i doveri di ciascuno, sensibilizzando tutti gli utenti della montagna sul rispetto reciproco». L'intenzione a livello cantonale è poi quella di creare più percorsi dedicati ai bikers, in modo da "sgravare" gli altri sentieri. Perché chiunque, a maggior ragione in questo periodo, ha diritto di godersi i boschi e la montagna. A piedi o bicicletta.