Lo sostiene Thomas Steffen, medico cantonale di Basilea Città. Le sue dichiarazioni faranno discutere.
Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici ticinesi: «Ma le autorità devono comunque prevenire. Non possiamo permetterci un disastro come quello in Inghilterra».
BASILEA/ LUGANO - Da qualche giorno è ufficiale: si sa che la B117 era in Svizzera almeno da ottobre. Il tempo ci dirà se la variante inglese, che ormai di inglese ha ben poco, in realtà fosse in circolazione addirittura da prima. Qualcuno ipotizza che possa esserci proprio la B117 alla base dell’impennata improvvisa di contagi che ha colpito tutta la Confederazione agli inizi di novembre. Intanto Thomas Steffen, medico cantonale di Basilea Città, rilascia al Tages Anzeiger dichiarazioni che faranno discutere. «Le mutazioni del Covid-19 sono eccessivamente drammatizzate», sostiene.
Stanchezza nelle persone – Lo specialista giudica fuori luogo l’allarmismo delle autorità sanitarie che ormai ci accompagna dall’inizio del 2021. «Il pericolo va preso sul serio. Ma senza esagerare. Così si causa stanchezza nelle persone, si generano repressioni indesiderate e reazioni collaterali».
Ogni accenno di variante va soffocato – La variante britannica sarebbe tra il 50 e il 70% più contagiosa rispetto a quella “normale”. Un recente studio dell’Università di Oxford, citato dal Tages Anzeiger, valuterebbe questa maggiore contagiosità "solo" attorno al 35%. Il Consiglio federale intanto ha deciso di correre comunque ai ripari. Ogni accenno di variante B117 dovrà essere soffocato rapidamente. «Ma solo verso la fine di febbraio – riprende Steffen – riusciremo a capire davvero quanto i virus mutati siano in grado di influenzare effettivamente il processo di infezione».
Lo scoglio è a metà febbraio – Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici ticinesi, non sta dalla parte di Steffen. E difende l’operato della Confederazione. «Abbiamo visto cosa è successo in Inghilterra. E non vogliamo che accada anche da noi. Ecco perché sono state introdotte misure preventive importanti e incisive. Il fatto che adesso i numeri dei contagi siano relativamente bassi in Ticino e in tutta la Svizzera non significa che bisogna mollare. Dobbiamo tenere duro ancora per un po’. Siccome al momento non possiamo ancora escludere nulla, bisogna svuotare il più possibile gli ospedali. Probabilmente, considerando la campagna di vaccinazione in corso, il punto critico sarà a metà febbraio. Se supereremo quello, saremo già a buon punto».
Un'ipotesi difficile da confermare – Possibile che la variante B117 abbia effettivamente causato il boom di contagi su suolo elvetico lo scorso autunno? Denti non lo esclude. «La verità però è che non lo si può stabilire allo stato attuale delle cose. E sarà comunque difficile stabilirlo».
I doveri del mondo sanitario – Ma perché si parla di varianti e mutazioni solo da dicembre? E tutte le mutazioni avvenute prima? «Si parla solo delle varianti che potenzialmente possono avere grosse ripercussioni a livello di salute pubblica – dice Denti –. Secondo Steffen c’è allarmismo? Personalmente ritengo che il mondo sanitario debba dare attenzione a ogni singola variante. Meglio prevenire ed essere proattivi piuttosto che ritrovarsi poi in una condizione catastrofica».