L'azienda di Comano prende posizione a seguito delle dichiarazioni della presidente della sezione luganese del SSM
Nel comunicato assicura: «La RSI non ha mai cercato di imporre la composizione del pool di avvocati che condurrà le indagini»
COMANO - Donne umiliate, battute sessiste, abusi tenuti segreti. È questa la RSI descritta da Maria Chiara Fornari, presidente della sezione luganese del Sindacato svizzero dei massmedia (SSM) di Lugano, che in un'intervista rilasciata a Les Temps ha raccontato che negli studi di Comano «ci sono donne che vengono umiliate professionalmente e denigrate in pubblico».
Ma la RSI non ci sta e stasera prende posizione con un comunicato in cui «contesta e respinge le affermazioni della presidente SSM - Sezione Lugano che ritiene scorrette e offensive nei confronti non soltanto del Comitato direttivo, ma di tutto il personale RSI».
Dalle parole della presidente, si legge ancora nella nota, emerge un'immagine dell'azienda in cui «molestie sessuali, mobbing e bossing sembrano essere prassi all'ordine del giorno». La RSI sottolinea quindi che si tratta di un giudizio personale della presidente SSM. Un giudizio che la direzione respinge, «anche se avrebbe preferito attendere la conclusione delle indagini esterne indipendenti, del resto concordate con SSM, prima di prendere posizione».
Nell'intervista a Les Temps, Fornari ha inoltre dichiarato che per l'analisi dei casi di molestie la direzione RSI avrebbe voluto imporre un pool di avvocati «prevalentemente maschile». E anche qui l'azienda di Comano ribatte: «È ampiamente dimostrato come mai, in alcuna occasione e in alcuna forma, RSI abbia cercato di imporre a SSM la composizione del pool di avvocati che condurranno le indagini e, men che meno, i contenuti del relativo mandato». E aggiunge: «SSM non ha mai, né in occasione dei numerosi incontri con RSI né per iscritto, dedicato una sola parola all'inclusione nel pool di un'ulteriore rappresentante legale per assicurare il rispetto della parità di genere. Valutazione invece fatta dalla RSI».
La RSI osserva, inoltre, che nell'intervista a Les Temps la presidente SSM Lugano ha affermato che “il fenomeno del bossing c'è anche nei confronti del sindacato”: «Un'affermazione estremamente grave agli occhi della RSI, che ha già comunicato a SSM di volerla immediatamente approfondire e, se comprovata, di voler intraprendere tutti i passi che dovessero rendersi necessari per fare piena luce».