Il VPOD punta il dito contro il settore privato. E invoca un nuovo contratto collettivo
BELLINZONA - Il Covid non è stato un grande affare per le cliniche private in Ticino. Ma a farne le spese rischiano di essere soprattutto infermieri e personale sanitario. Il blocco dell'avanzamento salariale in molte strutture, a gennaio, ha mandato su tutte le furie il sindacato Vpod.
«La situazione pandemica ha pesato in maniera rilevante sui conti di alcune cliniche, che denunciano pesanti deficit e il ritardo degli aiuti statali» sottolinea la sigla in un comunicato odierno. «Ma il rischio aziendale non deve ricadere sulle spalle del personale».
Il contratto collettivo del settore privato, continua il Vpod, è «fermo al 2013». La crescita dei salari «è a singhiozzo e a macchia di leopardo, senza un minimo di coordinamento generale e di controllo sindacale». Nel 2021 gli scatti di anzianità sono stati bloccati dalla clinica Santa Chiara (se ne riparlerà a maggio) e alla clinica Viarnetto. Alla Hildebrand di Brissago non sono nemmeno previsti, mentre Ars Medica e Sant'Anna seguono un sistema meritocratico «non controllabile» per il sindacato. Solo la clinica Varini e la clinica Luganese-Moncucco applicheranno gli aumenti previsti, sottolinea il comunicato. Una situazione giudicata «non corretta».