Due casi alla Farera. Ma la diffusione è stata bloccata sul nascere
Il direttore Laffranchini: «Regole ferree e sensibilizzazione. I detenuti stanno dimostrando autodisciplina e responsabilità».
LUGANO - Prima le manette, e poi il tampone. Nello scorso mese è capitato due volte: persone arrestate, sottoposte al test del Covid e risultate infette. Che fare? L'epidemia non blocca la giustizia. Condotti alla Farera, i due malviventi sono stati isolati. La diffusione del virus dietro le sbarre - un rischio da non sottovalutare, come si vede in Italia - finora è stata sventata.
«Dall'inizio della pandemia abbiamo adottato protocolli ferrei e questi sono i primi casi» spiega il direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffranchini. Non male, su 241 detenuti. Nella vicina Lombardia, a metà gennaio erano 228 i positivi nelle carceri: un record in Italia. Non sono mancati gli appelli a vaccinare i carcerati il prima possibile.
Che anche in Ticino le carceri siano un ambiente a rischio, è innegabile secondo Laffranchini. «Parliamo di molte persone che condividono uno spazio chiuso, con un potenziale di diffusione esponenziale». I detenuti over 60 e con malattie pregresse sono «decine» ricorda il direttore. «Non possiamo permetterci di lasciare entrare il virus».
Di qui, una serie di misure in uscita - i congedi allo Stampino sono stati sospesi - e in entrata. Nel carcere giudiziario della Farera, i nuovi detenuti vengono isolati in gruppi ristretti - due o tre perone - per dieci giorni dopo l'arrivo. «Per mancanza di spazi non è possibile effettuare quarantene singole» spiega Laffranchini. «In questo modo comunque è possibile agire con interventi mirati se necessario».
Tutto finora è andato bene. I due detenuti positivi hanno avuto «un decorso tranquillo» e sono nel frattempo guariti. I loro compagni di cella - per un totale di cinque - sono stati sottoposti a quarantena e non hanno sviluppato sintomi. «A oggi non sono avvenuti contagi all'interno del carcere» tiene a precisare Laffranchini. «I due detenuti in questione sono stati contagiati all'esterno».
La notizia - diffusasi velocemente - non ha generato scene di panico. «La popolazione carceraria è stata sensibilizzata sulle misure preventive, e sta dimostrando grande autodisciplina e senso di responsabilità» conclude il direttore. «Anche se le limitazioni dovute al Covid pesano senz'altro sull'umore, in persone già private della libertà».
Misure straordinarie:
Sono 241 le persone attualmente detenute nelle carceri ticinesi. Di questi 136 alla Stampa, 73 alla Farera (carcere giudiziario) e 32 allo Stampino (carcere aperto). Durante il lockdown (marzo-aprile) non hanno potuto ricevere visite dall'esterno. Attualmente, i detenuti possono ricevere visite a distanza di sicurezza e adottando misure di protezione (plexiglas, mascherine), e svolgere attività di gruppo come corsi di formazione e laboratori. I congedi ai detenuti in semi-libertà sono invece ancora sospesi.