I carri di tre gruppi sono stati posteggiati a Biasca, nella piazza centrale in cui solitamente si svolgono i bagordi.
Il presidente di Re Naregna: «Abbiamo voluto ricordare il carnevale in maniera concreta e tangibile, ma sempre nel rispetto delle misure sanitarie».
BIASCA - I carri sono una delle massime espressioni del carnevale. Con la loro ironia danno una rappresentazione in chiave satirica dei fatti di cronaca e di attualità che sono avvenuti nel Cantone. Ma quest'anno anche loro hanno dovuto restare ai box causa Covid-19. I cortei per le vie delle varie città del carnevale sono infatti stati cancellati dalla pandemia.
Ma a Biasca - nel regno del Re Naregna - i carri frutto dell'ingegno di tre gruppi - i Früsa Takia, i Saltimbanch e i La Franconi Ghellit - sono esposti nella piazza centrale in cui solitamente si svolgono i bagordi. «A differenza degli altri - ci spiega il presidente del comitato del carnevale Biaschese Gabriele Cirio - abbiamo voluto ricordare il carnevale in maniera concreta e tangibile, ma anche andandone a cercare l'essenza, ovvero i carristi e i cortei». Nel mirino delle tre opere sono finiti i radar - con uno spettacolare Norman Gobbi formato Beep Beep - le antenne 5G e i politici ticinesi, rappresentati come delle marionette nel carro denominato Ti-Cilia.
Altri manufatti sono invece stati piazzati nella rotonda principale della città rivierasca: «Rappresentano il gatto e la volpe e delle magnifiche rose bianche che danno il benvenuto a chi proviene dall'autostrada. Tutto questo - ci tiene a precisare Cirio - è stato fatto nel massimo rispetto delle misure sanitarie in vigore». Su un cavalcavia è infine stato appeso un cartellone che dà appuntamento alle edizioni future. «Ci vediamo nel 202?». La speranza di tutti gli amanti del carnevale è naturalmente quella che, al posto del punto interrogativo, possa apparire presto il numero due.