Secondo l'associazione il progetto del Polo sportivo e degli eventi è «colossale, complicatissimo e dal costo enorme»
La critica dei "Cittadini per il territorio del Luganese": «Si tratta di compiere il passo secondo la gamba. Le spese pubbliche ingenti devono essere approvati dal popolo, così come si è fatto, per esempio, a Lucerna per Swissporarena».
LUGANO - LUGANO - «Un progetto colossale, complicatissimo e dal costo enorme». Nuovo tackle contro il progetto di Polo sportivo e degli eventi allestito dal Municipio. Ad annunciare di essere pronti a sostenere il referendum qualora il Consiglio comunale dovesse approvare la proposta sono i Cittadini per il Territorio del Luganese.
Nove motivi per dire no - Un “no al contratto” articolato nei seguenti 9 punti:
1. I Cittadini per il territorio del Luganese criticano il contratto stabilito dalla Città con gli operatori immobiliari per realizzare a Cornaredo il Polo Sportivo e degli Eventi (PSE), un progetto colossale, complicatissimo, dal costo enorme di oltre 280 milioni di franchi, costi finanziari compresi. La proposta è stata redatta in camere chiuse senza la consultazione dei cittadini ed è presentata in un pacchetto unico, non scomponibile: prendere o condannare il FCL nei gironi inferiori. Si tratta di un ricatto inaccettabile che mortifica il processo democratico ed esclude ogni apporto volto alla ricerca di scelte migliori o più convenienti.
2. A Cornaredo la Città intende costruire, rinnovandoli, gli impianti sportivi (la nuova arena per il calcio, un palazzetto dello sport, campi di allenamento, pista di atletica). Al Maglio vuole realizzare un altro centro sportivo. Accanto a queste strutture sportive propone di realizzare due torri di 45 metri adibite a scopi commerciali, un Blocco per i servizi della Polizia comunale e quattro palazzine per abitazioni lungo via Trevano.
3. Per i Cittadini per il territorio del Luganese è determinante la scelta di uno sviluppo territoriale razionale, parsimonioso e commisurato ai bisogni. La pianificazione territoriale, nel suo mezzo secolo di esperienza, ha messo a punto e collaudato efficaci strumenti per pilotare lo sviluppo urbanistico. I principali strumenti sono il Piano di indirizzo (PD) e il Piano di utilizzazione (PR). Il primo si rivolge a un orizzonte lontano (30-40 anni) il secondo a un orizzonte ravvicinato (15 anni). Malauguratamente Lugano mescola i due livelli. Inserisce nei PR (che dovrebbero contenere solo i bisogni dei prossimi 15 anni) anche gli indirizzi a lungo termine. Così facendo si priva della possibilità di pilotare lo sviluppo secondo le priorità e le necessità accertate. Aggrava la situazione il fatto che la Città non dispone delle necessarie conoscenze sul grado di attuazione (cioè le riserve) delle zone edificabili esistenti, come richiede una formale prescrizione legale disattesa ormai da vent'anni.
4. La CRTL e la Città hanno scelto di indirizzare prioritariamente lo sviluppo dell’agglomerato nelle due aree periferiche del Pian Scairolo e di Cornaredo NQC, dove sono previsti sviluppi smisurati. Sono scelte che non condividiamo e che contestiamo vanamente da anni. Ma oggi le ragioni per dissentire sono ancora più forti, poiché è ormai apparso chiaro a tutti che il fragile centro città deperisce e non sopporta le forti concorrenze periferiche promosse dalle Autorità. Sosteniamo che la città non deve prioritariamente svilupparsi, nel prossimo periodo, a nord e a sud, ma concentrare il suo sviluppo nel Centro città, nel Piano del Cassarate e nell’area della stazione FFS. Si tratta di scelte strategiche che consentirebbero di ammodernare e ristrutturare il tessuto già edificato, con interventi innovatori su scala di comparto e non più di parcella. Le riserve nelle aree indicate sono grandi e potrebbero accogliere molti dei progetti che i PR prevedono invece nel Pian Scairolo e nel NQC.
5. In queste condizioni di eccessiva e diffusa offerta di zone insediative, di concorrenza interna al PR cittadino (ricordiamo che il PR del Pian Scairolo prevede un altro polo direzionale - denominato Porta Sud - di uguale densità delle due torri di Cornaredo), di marcata sovrabbondanza dell'offerta (lo sfitto supera il 3%) e di continua regressione demografica (2200 ab in meno negli ultimi 5 anni), non c'è da meravigliarsi che l'attrattività delle edificazioni per il terziario e la residenza previsti dal PSE a Cornaredo sia debolissima e non susciti l'interesse, anche a lungo termine, degli imprenditori privati.
6. Gli imprenditori non avrebbero sottoscritto l'accordo se la città non avesse garantito loro l'affitto degli spazi per uffici previsti nella torre est e nel blocco servizi. Per accontentare la loro richiesta la Città si è dunque dovuta impegnare a trasferire l'amministrazione e la polizia comunale in una delle torri e nel blocco servizi. Il centro città si svuota e agonizza, mentre il quartiere di Cornaredo, con infrastrutture di trasporto pubbliche e private insufficienti, si ingolfa. Inoltre, la Cassa pensioni della Città perde i canoni d'affitto della polizia in via Beltramina (1,4 mio. franchi annui).
7. Gli aspetti negativi dell’accordo a noi sembrano dunque prevalenti: a) il costo degli impianti sportivi (costi finanziari compresi) ammonta alla bella cifra di 282 milioni di franchi. Con previsioni di spesa così elevate riteniamo che sarebbe stato necessario presentare delle alternative entro cui scegliere. b) la scelta urbanistica di costruire oggi edifici per il terziario e per l'abitazione a Cornaredo per noi non è opportuna. Nel breve periodo sono prioritari il consolidamento e lo sviluppo delle zone centrali. c) l’affrettata proposta di spostare l’amministrazione comunale a Cornaredo è inopportuna, perché rovina il fragile equilibrio vitale dei quartieri centrali e perché porta gli impiegati in una zona priva di attività per il consumo e gli scambi. d) L’accordo danneggia la Cassa Pensione della città, anch’essa un importante operatore immobiliare, sottraendole un affittuario di peso (la polizia) e impedendole di investire in nuove costruzioni redditizie.
8. Tutta la discutibile operazione è legata e cementata dall’accordo con gli operatori immobiliari privati. È questo vincolo che contestiamo, perché impedisce di valutare ogni componente secondo criteri di opportunità e convenienza. Riconosciamo che la realizzazione degli impianti sportivi sia utile (secondo il progetto del Municipio oppure con soluzioni ragionevolmente ridotte) ma il resto andrebbe ripensato con calma e non sotto l’assillo del tempo e del ricatto.
9. La questione della gestione dello sviluppo territoriale è fondamentale. Si tratta di compiere il passo secondo la gamba, con determinazione e con precisi indirizzi. Se il Consiglio comunale non si oppone a questo progetto o non lo correggerà, sarà inevitabile sostenere una consultazione popolare. In diverse città svizzere i Piani Regolatori e le spese pubbliche ingenti devono essere approvati dal popolo, così come si è fatto, per esempio, a Lucerna per Swissporarena.