Bambini portati tardi dal dottore o non portati per niente.
L'allarme in Svizzera. In Ticino situazione meno grave: «Ma non trascuriamo controlli che sono importanti».
LUGANO - Molti genitori si rivelano restii nel portare i figli dal medico. A volte arrivano persino a farlo tardi. Tutto ciò a causa dei timori legati alla situazione pandemica. Un dato allarmante che ha spinto alcuni pediatri oltre Gottardo a lanciare l'allarme.
Visite spostate dopo il lockdown - «Durante la prima ondata e il lockdown della primavera scorsa si invitava ripetutamente a rimanere a casa e a recarsi dal medico solo in caso di urgenza. Misure, queste, sicuramente giustificate dal punto di vista sanitario per contrastare la pandemia» spiega il dott. Giacomo Nobile, specialista in medicina dell'infanzia e dell'adolescenza e Presidente dell'Associazione dei Pediatri della Svizzera Italiana (APSI). «Dopo qualche settimana si è però precisato che, per quanto riguardava i bambini e giovani, oltre alle urgenze andavano effettuate anche le visite di crescita, i cosiddetti bilanci della salute, assieme ai vaccini previsti dal piano vaccinale. Tuttavia molte famiglie hanno preferito spostare queste visite per recuperarle in gran parte dopo il lockdown in estate».
Aumentati consulti telefonici - Se le consultazioni in presenza durante la prima ondata sono diminuite, le consultazioni telefoniche o per mail sono aumentate nettamente. «Per quanto mi riguarda - sottolinea Nobile - è stato dunque possibile consigliare i pazienti al telefono e invitarli a effettuare una visita quando la situazione lo richiedeva».
Insomma, almeno in Ticino non ci sarebbero state situazioni drammatiche di malattie gravi non individuate per tempo. «Ciò è però accaduto a livello nazionale, come confermato in alcuni casi dai grandi ospedali universitari», aggiunge il medico.
Nuovo calo dovuto a meno malattie - La situazione è nuovamente cambiata negli ultimi mesi. Si registra infatti un nuovo calo delle consultazioni, ma secondo il pediatra ciò è dovuto in quanto «sono diminuite tutte quelle infezioni delle vie respiratorie che vediamo di solito in inverno. Questo per merito delle misure di igiene aumentate con la pandemia».
I timori, in sostanza, sarebbero in buona parte rientrati: «La ritrosia era causata dalle misure sanitarie necessarie, si è però riconosciuto il problema e oggi le famiglie, almeno nella mia esperienza, non spostano più i controlli di crescita, le visite "di rito", e portano in consultazione come prima il proprio figlio o figlia che ha un problema».
Controlli da non trascurare - I controlli più trascurati? «Ogni età ha particolarità e specificità diverse sia a livello fisico che di sviluppo del bambino, così come diverse sono le tematiche legate all'educazione che interessano i genitori. Il pediatra può essere un punto di riferimento, un consulente per le famiglie. Le visite "di rito" seguono un programma ben definito dalla società Svizzera di Pediatria - conclude Nobile -. Nei primi anni sono previste visite frequenti che poi diventano più rare. Ogni visita è importante e ha le sue peculiarità. Ma se devo proprio citarne una che a volte viene dimenticate, è quella dei 4 anni o dei 5 anni. Lì si manifestano spesso problemi di vista, difficili da individuare da parte dei genitori, ma che se non riconosciuti e trattati per tempo possono avere conseguenze importanti. Questo però è solo un esempio fra i tanti. Inoltre in queste visite "di rito" vengono vaccinati i bambini secondo il calendario vaccinale. Se non si porta il bambino in visita ed era prevista una vaccinazione, questi rischia di rimanere scoperto per una determinata malattia per anni».