È arrivato ampio appoggio anche dai privati, che daranno sostegno contro le «diatribe con Comune e Patriziato»
Giovanni Frapolli non torna sui suoi passi: «Se le istituzioni locali non cambieranno rotta, penserò a vendere tutto o a smantellare gli impianti».
BOSCO GURIN - Da lunedì terrazze chiuse sulle piste ticinesi? Allora anche piste chiuse. Così aveva reagito, venerdì, Giovanni Frapolli, annunciando la chiusura della stazione sciistica di Bosco Gurin. Ma la mobilitazione dei comuni della Vallemaggia ha ribaltato le cose e la Direzione ha deciso di proseguire la stagione invernale fino a inizio aprile (da venerdì a domenica, in base allo stato della neve).
Una scelta presa «nel rispetto di chi tanto ci tiene agli impianti di risalita». Il sostegno è arrivato non solo dai comuni, ma anche «con chiamate, messaggi e email private». Ma soprattutto, dai privati che «stanno creando un'associazione denominata "Amici Destinazione di Bosco Gurin"». Un'associazione che «avrà un ruolo fondamentale e fungerà da attore molto importante» in quelle che vengono definite senza mezzi termini «tristi e deplorevoli diatribe fra il proprietario degli impianti di risalita (e di tutte le strutture ricettive) da una parte, e il Comune e il Patriziato di Bosco Gurin dall'altra».
Frapolli rivendica gli investimenti di «vari milioni» fatti per aumentare l'offerta, non solo invernale. Ma mette i puntini sulle i: «In questi ultimi anni - si legge nel comunicato trasmesso ai media - le istituzioni locali sono state perennemente restie e contrarie a ogni nuova iniziativa che i gestori degli impianti di risalita stanno portando sul tavolo».
Il proprietario degli impianti turistici di Bosco Gurin ha deciso di proseguire la stagione, ma non per forza tornerà sui suoi passi (già in ottobre aveva parlato di lasciare). «Le prossime settimane e i prossimi mesi saranno cruciali per sapere se continuare tutti questi progetti, sperando in un cambiamento di rotta da parte delle istituzioni locali - precisa -. In caso contrario penserò seriamente alla vendita dell'intera stazione a terzi, subordinatamente a smantellare ogni tipo d’impianto».
L’Associazione dei Comuni valmaggesi (ASCOVAM) ha lo scopo di riunire i Comuni e gli altri Enti pubblici o privati della Valle in una comunità volta a tutelare ed a promuovere gli interessi economici, sociali e culturali della Valle. Presidente è Michele Rotanzi, vicepresidente Aron Piezzi. Nella lettera indirizzata ieri all'ingegnere Frapolli, l'ASCOVAM lo informa di avere deciso di farsi promotore di «un incontro di chiarimento» che coinvolgerà, a breve, «i vari attori locali».
Giovanni Frapolli, già quattro mesi fa, aveva espresso il suo malessere nei confronti «di una parte della popolazione indigena» che - a suo dire - metterebbe continuamente il bastone tra le ruote ai progetti a Bosco Gurin. Ma anche contro il Patriziato, composto da «persone ingrate verso chi li ha preceduti, gente sempre polemica e ostile nei confronti delle mie iniziative». Novità per cui si sente «sbeffeggiato e deriso», nonostante lo scopo sia «portare a Bosco Gurin un turismo di qualità, rispettoso dell’ambiente». Il proprietario degli impianti aveva parlato pure di «un sacco di ostacoli sul suo cammino dall’avvio del progetto Bosco 2000», che gli «hanno reso le cose difficili» e lo hanno «logorato».