Da giovane promessa dello sci di fondo a giovane agricoltore
Giacomo Bassetti, 25 anni, racconta come è riuscito a concretizzare il suo grande sogno
CARENA - Giacomo Bassetti, classe 1995, è stato una giovane promessa dello sci di fondo. Dopo diverse competizioni importanti, un problema alla schiena l’ha convinto a inseguire il suo grande sogno: diventare agricoltore.
Come si è svolta la sua carriera sportiva?
«Ho praticato sci di fondo sin da piccolo e dopo le medie ho deciso di frequentare il liceo sportivo a Davos. Sono riuscito a sbarcare il lunario con questo sport, grazie al sostegno del mio sci club (Gruppo sportivo Molinera Lumino) e della Federazione Ticinese e Svizzera di sci».
Quali sono le competizioni di cui va più fiero?
«Sicuramente il mio primo campionato svizzero: è stato emozionante. Poi ho partecipato a gare ancora più importanti, come le Olimpiadi giovanili (EYOF) e i Mondiali U20 e U23 in Romania e in Kazakistan. Sono orgoglioso della mia carriera sportiva, ma non era la professione che avrei voluto praticare per il resto della mia vita».
Come mai ha abbandonato lo sport?
«Già a 15 anni volevo intraprendere l’apprendistato di contadino, ma so di aver fatto la scelta giusta seguendo prima la via sportiva. Negli ultimi due anni di competizione ho sofferto di ernia al disco e quindi l’idea di diventare un grande campione sfumava. Ho deciso di smettere prima del previsto e fare quello che mi sono sempre immaginato fin da bambino».
Come mai proprio l’agricoltore?
«Quando avevo sei anni ho trascorso i miei primi mesi all’alpe. Mi piaceva l’idea di avere delle responsabilità, di fare piccoli lavori e di trascorrere tutta la giornata in mezzo alla natura. Da quel momento non ho mai smesso e, ogni volta che lo sport me lo permetteva, ci tornavo. Prima del percorso formativo avevo già fatto 13 stagioni all’alpe come garzone».
Quale formazione ha intrapreso?
«Dopo aver abbandonato lo sci di fondo ho iniziato il mio apprendistato al Plantahof di Landquart. Due anni durante i quali ho studiato la campicoltura, la produzione vegetale, l’allevamento di animali destinato alla produzione di carne e latte. Quando ho finito, sono tornato in Ticino, in Valle Morobbia, dove sono cresciuto».
Cosa spinge un giovane a diventare agricoltore?
«È un lavoro che ti deve appassionare, perché impegnativo. Non esiste la via di mezzo: o ti piace moltissimo o non ti interessa proprio. Inoltre, sono sempre meno i giovani che possiedono un’azienda agricola di famiglia e dunque crescendo decidono di fare questo lavoro».
Come si struttura la sua giornata tipo?
«Nei mesi invernali la mattina mi occupo della stalla e la sera del bestiame. Durante il giorno, le attività da svolgere dipendono soprattutto dalle condizioni meteorologiche. Nel periodo estivo invece bisogna fare la fienagione e poi si dà una mano in alpeggio. È un lavoro molto variegato che segue i ritmi della natura e per me è un piacere».
Rimpiange mai la sua scelta?
«No. Lo sport mi ha dato molto, ma ho sempre sognato di fare il contadino. È un lavoro che a qualcuno può sembrare banale, ma in realtà è una parte fondamentale per la produzione locale di alimenti e il mantenimento dei nostri splendidi paesaggi. Vedere, durante l’inverno il risultato dei lavori estivi, quando il bestiame si abbuffa di fieno, mi dà soddisfazione».
I giovani agricoltori fanno fronte comune
La Jula (JunglandwirteKommission) è la commissione dell’Unione Svizzera dei Contadini riservata ai giovani agricoltori. Attualmente si contano 15 membri che rappresentano le diverse regioni della Svizzera. Giacomo Bassetti ha voluto portare la Jula anche in Ticino: «Non c’era una sezione fino ad ora, così ho voluto fondarne una come giovane agricoltore. Una mancanza che doveva essere colmata». Le condizioni per entrare a fare parte della commissione sono semplici: bisogna essere agricoltore e avere meno di 31 anni. «Vogliamo contribuire a difendere gli interessi dei giovani agricoltori nel dibattito politico e nella società suscitando interesse per la politica agricola, argomento spesso trascurato», spiega Giacomo Bassetti. «È giusto che anche il Ticino abbia un gruppo di giovani agricoltori. È fondamentale essere uniti e che ci sia uno scambio costruttivo con i colleghi d’Oltralpe».