Treni e bus in Ticino escono impoveriti dall'anno del Covid. Con un buco milionario da colmare
Gravi perdite per le 11 aziende della comunità Arcobaleno. I passeggeri intanto chiedono «più offerta e sicurezza» per tornare a viaggiare
LUGANO - Bus sovraffollati, treni carichi di passeggeri più o meno stipati, con o senza mascherina. Le immagini delle "sardine" sui mezzi pubblici ticinesi hanno fatto notizia durante la pandemia. Ma un'immagine ben diversa è quella che emerge dai dati sulla mobilità nel 2020 forniti a tio.ch/20minuti dal Cantone. Nell'anno del Covid il trasporto pubblico nella Svizzera italiana ha viaggiato a ranghi ridotti. Del trenta per cento, per la precisione.
Il calo si calcola in franchi - milioni di franchi - in meno, nelle casse delle aziende di trasporto locali. Nella comunità tariffaria Arcobaleno (che raggruppale gli 11 vettori ferroviari e su strada attivi nella Svizzera italiana) è stimato in 15 milioni, fanno sapere dalla Sezione mobilità del Cantone. Il 26 per cento d'incassi in meno in un anno. Un trend «evidentemente correlato» con l’evoluzione della pandemia da marzo, spiegano dal Dipartimento del territorio.
Il crollo maggiore è stato registrato nei biglietti singoli o giornalieri (30 per cento) e negli abbonamenti mensili (altrettanto) mentre gli abbonamenti annuali hanno retto meglio all'urto (meno 15 per cento) se non altro perché acquistati per la maggior parte nei primi mesi dell'anno, quando ancora la pandemia era da venire. Il buco - come deciso dalle Camere federali a settembre - dovrà essere coperto da Confederazione, Cantoni e Comuni, e non mancano le preoccupazioni per il futuro.
«La paura dei contagi, l'offerta diminuita e il telelavoro sono i motivi principali del calo» osserva Fabio Canevascini, presidente dell'Astuti. Secondo l'associazione dei passeggeri ticinesi, il Cantone «ha gestito bene le criticità potenziando le linee sovraccariche con corse supplementari» ma serve un cambio di passo. «Ora però è fondamentale intervenire con decisione sul fronte della sicurezza e dell'offerta».
Secondo Antonio Scettri, membro di comitato di Astuti, «la quota di telelavoro rimarrà importante in futuro, e anche le preoccupazioni sul distanziamento rimarranno». L'appello dell'associazione è quindi «di aumentare al più presto le corse e la capienza». Perché «solo così sarà possibile riportare i ticinesi su treni e bus». Altrimenti, il rischio è di ritrovarsi con un altro "buco" a fine anno.