Presenze in calo del 30-40 per cento. Sono mancati i turisti stranieri e confederati
AIROLO - Bel tempo e neve abbondante non sono bastati, quest'anno, per compensare l'effetto Covid sulle piste. Gli impianti di risalita in Ticino hanno registrato un calo di presenze del 30-40 per cento rispetto all'inverno scorso. La colpa - scrive l'Unione trasporti pubblici e turistici Ticino in una nota odierna - è della «pandemia e delle misure messe in atto per evitare sovraffollamenti». L'Utpt segnala inoltre che, in particolare, «la mancanza di clientela estera e d’oltre Gottardo si è fatta sentire».
Le percentuali variano in base alla località - Valbianca Airolo, Carì, Nara, Campo Blenio quelle affiliate all'associazione di categoria - ma la sostanza non cambia. Anche la ristorazione in quota ha «subito dappertutto una secca perdita» avverte l'associazione. La chiusura totale o l'offerta ridotta al take-away «non ha generato sufficienti ricavi per coprire i costi» anche se ha permesso di offrire un «minimo di comfort» agli sciatori. Anche la parentesi di Carnevale, in cui è stato possibile aprire le terrazze dei ristoranti, «ha sì generato un po’ di sollievo ed accoglienza, ma di sicuro non è stata sufficiente per coprire i costi sostenuti».