Raffaele Gianola dello stabilimento balneare sul Ceresio fa gli scongiuri: «Una stagione come il 2020 sarebbe un incubo»
CASLANO - A poco più di due settimane dalla tradizionale data d’apertura per gli stabilimenti balneari, Raffaele Gianola, gestore del Lido di Caslano, osserva perplesso i rilievi malcantonesi imbiancati. L’ultima neve di primavera caduta sul “Lema mountain”, già raggelato dalla nuova etichetta turistica, fa pensare allo sci più che al costume. Oggi però non sono tanto le bizze del tempo a rannuvolargli i pensieri, ma una domanda che galleggia ancora senza risposte. Temperature a parte, tra la gente si avverte infatti una gran voglia di tornare al Lido: «In moltissimi mi chiedono se aprirò a inizio maggio. A tutti rispondo che non lo so. Le direttive per gli stabilimenti balneari non sono per niente chiare. Zero».
L'incubo 2020 - Una certezza però Raffaele Gianola ce l’ha: «Sarebbe un incubo dover affrontare un’altra stagione come quella del 2020. Quando il permesso dalle autorità per aprire gli impianti arrivò solo a inizio giugno. Ricordo bene - dice il patron del Lido - il mese di maggio spettacolare che ci siamo persi. E ricordo soprattutto di aver aperto il 6 giugno e che il giorno seguente era sceso il diluvio universale. Per rimettere tutto in sesto è stata necessaria una settimana di lavoro. La stagione per chi lavora nel mio settore dura da maggio a settembre e la perdita di un solo mese d’attività vale doppio».
Terrazza o take away - Le incognite per la nuova stagione sono molte e le risposte, come detto, ancora nella mente delle autorità: «Lo scorso anno avevamo un limite di persone in base ai metri quadrati a disposizione. Quest’anno non si sa ancora nulla. Ad esempio non so se potrò operare in take-away oppure servire in terrazza. Di sicuro salterà ancora la festa d’apertura e questo - sottolinea Raffaele Gianola - mi manca tantissimo anche dal profilo finanziario». Questa incertezza, nel concreto, obbliga il gestore a centellinare le spese: «Per fortuna che l’impianto ha il sostegno finanziario del Municipio che paga diversi lavori, ma non tutti. Altrimenti sarebbe impossibile ripartire».
Mascherina e altre incognite - Tutto da chiarire, infine, è anche cosa potrà fare il cliente una volta varcato il cancello d’entrata: «La gente potrà stare sul prato a prendere il sole? Quando e dove sarà obbligata a indossare la mascherina? Il bagnino dovrà portarla? L’incertezza è totale. Non dimentichiamo che chiudere i Lidi non significa evitare gli assembramenti. Al contrario lo scorso anno, quando eravamo chiusi, c’erano le rive pubbliche del lago invase dalla gente. Noi chiusi e il caos fuori».