Questa volta non sono i debiti a mettere il dito tra i due comuni, ma un segnale troppo intenso
Il Cantone ha chiesto l'intervento delle Autorità federali, che si occuperanno ora di «intervenire presso l'autorità italiana competente».
LUGANO - «Benvenuto in Italia». A qualcuno sarà capitato, mentre passeggiava per le vie di Lugano o si rilassava alla Foce, di ricevere dal proprio operatore telefonico l'Sms che annuncia i servizi di roaming. Il telefono si è allacciato a una rete italiana. Strano, molto strano. Tanto che la questione è stata portata sul tavolo del Governo (con un'interrogazione del leghista Andrea Censi e cofirmatari).
Il Consiglio di Stato fa quindi sapere di essere venuto a conoscenza della «possibile presenza di un segnale tangibile proveniente da un operatore estero» e di avere «immediatamente intrapreso i passi necessari per verificarne la conformità con le competenti Autorità federali e con il Comune di Campione d'Italia». Già, perché il segnale "incriminato" che si impossessa dei cellulari ticinesi proviene proprio da lì.
Ad attirare l'attenzione, dunque, è stato il fatto che il segnale fosse «potenzialmente di un'intensità tale da "competere" o sovrastare quello degli operatori svizzeri in un'area ben servita quale il centro di Lugano». Ecco quindi che il Governo si è attivato e ha raccolto «informazioni utili» che ha inoltrato all'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), che ha organizzato dei sopralluoghi l'11 marzo.
Cosa ne è emerso? «L'UFCOM osserva che la maggior parte delle intensità di campo misurate per taluni servizi radio sono troppo alte e conclude che "la stazione base in discussione è situata in modo tale da coprire non solo Campione d'Italia ma anche aree più distanti"». Risultato? «L'UFCOM interverrà presso l'autorità italiana competente».
A questo punto il Consiglio di Stato - seppur non comprenda i motivi che hanno portato un operatore italiano ad attivare un'antenna nell'enclave e «non è a conoscenza delle autorizzazioni a tal proposito rilasciate» - si dice «fiducioso che l'Autorità federale valuterà in modo accorto e critico la presenza di un'eventuale non conformità degli accordi internazionali e, se del caso, intraprenderà le necessarie azioni a tutela degli utenti ticinesi di telefonia mobile».