Il presidente dell’Associazione dei comuni di frontiera, Massimo Mastromarino, ha scritto al Governo italiano
Il senatore varesino Alessandro Alfieri ha presentato un ordine del giorno al Senato: «Chiediamo di consentire l'ingresso nella fascia territoriale di 20 km dal confine» agli svizzeri «senza tampone molecolare».
LAVENA PONTE TRESA (VARESE) - L'Italia è pronta a ripartire. Il premier Mario Draghi ha stabilito un calendario di massima in vista di un ritorno alla "normalità" a cavallo tra primavera ed estate. Dal 26 aprile tornano le zone gialle ("rafforzate") e gli spostamenti tra regioni saranno possibili con il "pass" (per ora cartaceo). Riaprono pure le terrazze di bar e ristoranti, ma resta il coprifuoco dalle 22 alle 5. Un'apertura che rappresenta anche una ripartenza in ambito economico. Ma le fasce di confine vogliono di più.
«Per la ripresa economica dei nostri territori è decisivo, insieme alle misure annunciate dal Governo, riaprire le frontiere». Ne è convinto Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa e presidente dell’Associazione dei comuni italiani di frontiera. Che - stando a quanto riferisce VareseNews - ha scritto una lettera al Governo chiedendo la riapertura al transito privato in zona gialla anche ai ticinesi.
Mastromarino, nella sua missiva, domanda al presidente del Consiglio, ai ministeri coinvolti nella questione e alla Regione Lombardia «di consentire l’ingresso nel territorio nazionale, nella fascia territoriale di 20 km dal confine, anche a coloro che risiedono oltre il confine svizzero, senza necessità di effettuare tampone molecolare, come già per altro previsto per i lavoratori frontalieri».
Una richiesta appoggiata dal senatore varesino Alessandro Alfieri (PD). «Ho presentato un ordine del giorno ad hoc al Decreto sostegni, in discussione ora al Senato - ha dichiarato al quotidiano del Varesotto -. L’ingresso in Italia dei cittadini svizzeri, in una fascia entro i 20 km dal confine (non solo Lombardia, quindi, ma anche Piemonte, ndr.), è fondamentale per settori come commercio e ristorazione».
Chissà che la questione non possa essere argomento di discussione durante la visita di Norman Gobbi a Roma dei prossimi giorni.