Stress, spazi ristretti da condividere, solitudine e voglia di evasione.
Questo periodo ha messo a dura prova chi non ha un partner, ma anche chi aveva rapporti in crisi. Non tutti però ne hanno risentito.
LUGANO - La pandemia ha fatto registrare un'impennata nella fruizione di materiale pornografico. In Svizzera se ne consuma oltre un 20% in più stando ai dati forniti da Pornhub. Stando a un recente sondaggio, un quarto dei nostri lettori ha ammesso di essere tra coloro che, per un motivo o un altro, sono finiti più spesso del solito su siti per adulti.
Cresce lo stress, cala il desiderio - Un dato, questo, confermato anche dal Dott. Walter Beolchi, sessuologo e medico clinico: «C’è stato un netto aumento dell’uso di pornografia. Ciò ha anche una certa logica. Con la pandemia sono aumentati i problemi legati al lavoro, ma anche le preoccupazioni in generale e lo stress, tra condivisione di spazi piccoli, convivenze forzate e la paura per la propria vita. Un cambiamento, insomma, su tutte le nostre abitudini, molto forte e pesante».
Tutti questi fattori rischiano di avere risvolti negativi sotto le lenzuola. «Aumenta lo stress, quindi il cortisolo. Questo ormone fa diminuire il testosterone. Automaticamente cala il desiderio, la libido, la voglia di sessualità», spiega il medico.
E aumentano pornografia e vie di fuga - Una libido che viene ricercata tramite gli strumenti che si hanno a disposizione: «Tutta questa situazione ha portato a un aumento dell’uso di applicazioni per incontri. Ma anche del sexting, quindi dell'invio di messaggi o immagini sessualmente espliciti. E all’aumento della pornografia, oltre che dei sex toys».
Il problema della solitudine - Il minimo comune denominatore? «L’angoscia della solitudine», secondo l’esperto. Questo almeno per i single. Per le coppie la situazione può essere diversa. Ma anche qui con delle differenze. «I rapporti consolidati, in cui va tutto bene, sono quelli che meglio hanno vissuto questo periodo pandemico. Hanno trovato più tempo da condividere e dedicarsi. Per loro, se vogliamo, la pandemia ha portato dei vantaggi».
Coppie che scoppiano - Dove non va bene, invece, è nei rapporti in crisi. «L‘obbligo di passare più tempo assieme porta tensioni, liti, e un'inevitabile diminuzione della sessualità. Magari ci sono gli amanti che non si riescono a vedere. E poi c’è lo spazio di condivisione, a volte troppo piccolo, che porta la coppia a… scoppiare».
Per Beolchi, queste nuove solitudini generate dalla pandemia hanno portato anche ad avere più rapporti a pagamento: «È aumentata l’attività delle prostitute. Lo dicono i dati. L’uomo sente il bisogno fisiologico di scaricare il contenuto dei testicoli. O si masturba o cerca il rapporto mercenario».
Dulcis in fundo, nuovi luoghi diventano punti di incontro. «Specie nei parcheggi e nei supermercati. Avendo meno libertà rispetto a prima si sono trovate le scuse più disparate per uscire. Dicono: “ho dimenticato l’acqua minerale”. Ma vanno a trovare l’amante».