Un sondaggio coinvolgerà anche i ticinesi residenti in Australia, Brasile e Thailandia
L'obiettivo è la raccolta di dati sulla consegna del materiale
BERNA - Anche i ticinesi residenti in Australia, Brasile e Thailandia saranno interessati da un sondaggio sull'invio e la consegna del materiale di voto agli svizzeri all'estero. Un sondaggio che avrà luogo in occasione dell'appuntamento alle urne in programma il prossimo 13 giugno e che dà seguito a un recente postulato in Consiglio nazionale.
Il deputato Andri Silberschmidt (PLR/ZH) aveva infatti invitato il Consiglio federale a esaminare con un progetto pilota se sia possibile semplificare l'invio e la consegna del materiale di voto all'estero. «Attualmente - si legge in una nota odierna della Confederazione - a causa di ritardi nel traffico postale internazionale non sempre e ovunque è sicuro che gli aventi diritto di voto all'estero ricevano il materiale in tempo utile per poter votare». Un postulato che il Consiglio nazionale ha accolto lo scorso 19 marzo.
Ecco quindi che scatta un sondaggio digitale che coinvolgerà circa 1'600 cittadini elvetici residenti in Australia, Brasile e Thailandia, il cui Comune di voto si trova nei Cantoni Argovia, Ticino e Ginevra e che sono iscritti nei corrispondenti cataloghi elettorali. A questi aventi diritto di voto sarà chiesto quando hanno ricevuto il loro materiale di voto e quando hanno votato. I Cantoni rileveranno inoltre quando questi voti espressi all'estero sono pervenuti nel Comune di voto. Dai risultati del sondaggio - assicura la Cancelleria federale - «non sarà ovviamente possibile ricavare alcuna indicazione sul comportamento di voto».
Per il sondaggio l’attuale logistica per l’invio delle buste sarà modificata. Metà degli aventi diritto di voto interessati riceverà il materiale come finora per posta, ovvero con invio all’estero da parte della Posta svizzera e recapito da parte dei servizi postali locali. L’altra metà lo riceverà in via sperimentale attraverso le rappresentanze svizzere nel Paese di residenza, ovvero con invio alla competente rappresentanza diplomatica attraverso il corriere diplomatico e successivo recapito mediante la posta locale. Dal confronto tra le due modalità di invio si trarranno indicazioni sull’efficacia e i costi dell’invio alternativo.
Come finora, gli aventi diritto di voto spediranno la busta di voto direttamente al proprio Comune di voto. Il processo seguito in questo progetto pilota può essere svolto sulla base delle basi giuridiche vigenti. I costi del progetto pilota sono a carico della Confederazione.
Il caso del ballottaggio - Di recente aveva fatto discutere il ballottaggio per l'elezione dei rappresentanti ticinesi in seno al Consiglio degli Stati, che aveva visto uno scarto di soli 46 voti tra Marina Carobbio e Filippo Lombardi. Un ballottaggio contro il quale l'avvocato Gianluca Padlina aveva presentato ricorso (arrivando fino al Tribunale federale), contestando la tempestività dell'invio del materiale di voto ai cittadini residenti all'estero. In molti non avrebbero infatti potuto esercitare il diritto di voto, in quanto avrebbero ricevuto troppo tardi la documentazione necessaria.
Il ricorso era poi stato respinto dal Tribunale federale, confermando così l'elezione dei consiglieri agli Stati Marco Chiesa e Marina Carobbio.