Dopo la sentenza della Corte di Appello, scatta l'interpellanza al Consiglio di Stato
BELLINZONA - L'ex funzionario del DSS è stato condannato a una pena detentiva, sospesa, di diciotto mesi per aver abusato di una giovane. Il sessantunenne è infatti stato riconosciuto colpevole di coazione sessuale ma anche di violenza carnale. È quanto ha stabilito la Corte di appello e revisione penale, che ha oggi comunicato una sentenza più severa rispetto a quella di primo grado.
Una condanna che torna far discutere la politica, in particolare dopo che lo scorso 24 settembre il Gran Consiglio aveva bocciato l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sull'operato e le eventuali responsabilità dei funzionari dirigenti coinvolti nelle indagini sugli abusi sessuali commessi dall'imputato, quando era impiegato in seno al Dipartimento della sanità e della socialità.
Ecco dunque che a seguito della pubblicazione della sentenza, sulla questione scatta un'interpellanza al Consiglio di Stato firmata dai deputati Sabrina Aldi (Lega), Tamara Merlo (Più Donne), Fiorenzo Dadò (PPD) e Boris Bignasca (Lega). «Bisogna far luce su quanto accaduto e questo soprattutto per evitare che ci possano essere altri casi simili e altre vittime in futuro» ribadiscono i firmatari dell'atto parlamentare, sottolineando che considerato l'inasprimento della pena la fattispecie è ben più grave.
L'interpellanza chiede quindi lumi al Governo sulla procedura di sospensione e poi di licenziamento dell'ex funzionario condannato. Si parla anche di prestazioni e privilegi pensionistici.
Le domande al Consiglio di Stato