Anche alcuni interisti ticinesi erano tra i 30mila tifosi fotografati in piazza Duomo a Milano.
Se da una parte la gioia per l'obiettivo centrato dopo 11 anni (lo scudetto) è tanta, dall'altra la preoccupazione per il virus non è da meno. Garzoni: «Totale mancanza di buon senso»
LUGANO - Milano, piazza Duomo. La magnifica cattedrale simbolo del capoluogo lombardo sullo sfondo e circa 30mila interisti esultanti per la vittoria dello scudetto in primo piano. Tra questi anche qualche ticinese. L'immagine di gioia che, di questi tempi, sembra arrivare da un lontano passato, è stata scattata domenica e sta suscitando forti polemiche.
Tra i tifosi, però, evoca principalmente forti emozioni. «Qualcuno effettivamente è andato giù, mentre noi per ora ci siamo limitati a dei caroselli in Piazza del Sole», ci conferma Leo Vinelli, presidente dell'"Inter Club JZ4 Non Mollare Mai" di Cadenazzo. Un assaggio, tuttavia, dei festeggiamenti che verrano. D'altra parte quello di Cadenazzo non è solo il più grande club neroazzurro del Ticino, ma anche di tutta la Svizzera ed è persino il terzo all'estero. E questo successo è tutto figlio di una fede che non intende mancare il grande appuntamento, quello del 23 maggio: «Partiremo con i pulmini» ci assicura Vinelli che, già sabato, vorrebbe andare in avanscoperta.
Il covid non sembra essere un freno di fronte alla propria passione: «Per allora speriamo in allentamenti ulteriori, ma se ci sarà da fare il tampone lo faremo». Quel che sembra certo è che la folla tornerà a riunirsi: «Prevedo almeno 50 mila persone a San Siro. Per questo speriamo che riaprano agli spettatori».
Proprio il prossimo 23 maggio, prima della gara tra l'Inter e l'Udinese, si terrà infatti la festa ufficiale della Curva Nord nerazzurra per la vittoria dello scudetto. «Durante l'ultima partita di campionato il 23 maggio a San Siro ci sarà una mega festa scudetto che avrà inizio alle ore 9.00», si legge sulla pagina Facebook della tifoseria organizzata interista.
«Mancanza di buon senso» - Se da una parte la gioia per l'obiettivo centrato dopo 11 anni è tanta, dall'altra la preoccupazione per il virus non è da meno. Di fronte all'immagine ormai simbolo della giornata di domenica, l'infettivologo Christian Garzoni è quasi senza parole: «Una totale mancanza di buon senso - commenta lapidario -. In una situazione in cui la popolazione è ancora altamente sensibile e dove il virus circola in modo importante ci si dovrebbe affidare sempre al raziocinio. Non è questo il caso».