La smantellamento del telescopio aperto al pubblico più grande del Ticino è terminato. Verrà trasferito nel Canton Berna.
Sul Monte Generoso, di fianco al Fiore di Pietra, non ci sarà più il fiore (all’occhiello) dell’astronomia ticinese
MENDRISIO - Sono terminati in questi giorni i lavori di smontaggio e smantellamento dell’osservatorio astronomico che si trovava sul Monte Generoso, poco distante dal Fiore di Pietra. Dopo 25 anni in cui ha accolto turisti e scolaresche, la strumentazione verrà trasferita sul Gurten, montagna bernese gestita anch’essa da una società appartenente al Gruppo Migros.
Operazioni che non sono state prive di nostalgia per chi durante questo quarto di secolo ha visto l'installazione nascere, svilupparsi fino ad accogliere 3’000 visitatori all’anno e infine, appunto morire. Come Francesco Fumagalli, responsabile dell’Osservatorio Calina e dell’Osservatorio Capanna di Gorda, che ha preso parte ai lavori: «Siamo tutti molto tristi per la scomparsa dal nostro territorio di un osservatorio astronomico di eccellente qualità, sia strumentale sia ambientale. La montagna ora è un po' più povera», commenta con un mix fra delusione e stizza.
Che l’interesse verso il telescopio all’aperto più grande del Cantone fosse negli ultimi anni diminuito è probabilmente vero. Ma questo calo, secondo Fumagalli, è dovuto principalmente all’impossibilità di pernottare sul posto (cosa che in passato era possibile fare) e quindi al vincolo del rientro prima di mezzanotte: «È stato un crescendo di problematiche dopo la costruzione del Fiore di Pietra. All’inizio una parte alberghiera era prevista, ma in un secondo momento non è più stata contemplata», ricorda Fumagalli. E durante la stagione estiva, di sera, c’è ancora troppa luce per poter osservare il cielo.
Insomma, a livello di promozione si è preferito concentrarsi su tutto ciò che ruota attorno all’opera progettata da Mario Botta e alla ferrovia, accantonando la scienza. Che ora si trasferisce in terre bernesi: «Seguirò anche le operazioni di rimontaggio - assicura Fumagalli - che sono delicate tanto quanto quelle di smontaggio». L’esperto prova comunque a guardare alla metà piena del bicchiere - «meglio altrove che da nessuna parte» - ma non cela il suo di disappunto: «Chi l’aveva creato (l’allora direttore delle Ferrovie Monte Generoso Sergio Barenco) ce l’aveva a cuore e faceva in modo che tutto funzionasse. E così era. Chi è venuto dopo si è trovato l’oggetto fatto e forse non ne ha capito le potenzialità».