Le discoteche ancora una volta escluse dagli allentamenti. Alcune aziende sull'orlo del fallimento
Paolo Franzi (Underground): «In Ticino pochi locali, l'impressione è di essere stati dimenticati»
LUGANO - Una volta erano le ultime a chiudere, in pista fino all'alba. Adesso sono le ultime a riaprire. Ormai lo si è capito, ma la delusione «è comunque forte». Le discoteche sono le grandi escluse nelle danze a cui ha dato il via ieri il Consiglio federale: gli allentamenti previsti per fine maggio toccano un po' tutti i settori, compresi i grandi eventi fino a 300 persone, con l'espressa eccezione delle «manifestazioni di ballo».
La notte insomma è ancora lunga per chi lavora nel campo, come Paolo Franzi della discoteca Underground di Lugano. «Abbiamo chiuso i battenti ad ottobre e temo che durerà ancora fino ad agosto». Una brutta notizia, anche perché «abbiamo ricevuto aiuti di rigore per soli quattro mesi». Ondata dopo ondata i mesi sono diventati otto e «la luce in fondo al tunnel è ancora lontana» ammette l'imprenditore. «L'impressione è che tutti stiano già festeggiando, tranne noi».
Franzi e colleghi hanno dovuto attingere ai risparmi personali per coprire le spese fisse. «Bollette e affitto pesano molto sul bilancio, e spesso i padroni delle mura non dimostrano grande comprensione». Una situazione «insostenibile alla lunga» che avrebbe già portato alcune società sull'orlo del fallimento. «La gente vorrà avere senz'altro dei luoghi dove andare a festeggiare dopo la pandemia. Il rischio è che alcuni non riaprano più» conclude Franzi. «In Ticino le discoteche a differenza di bar e ristoranti non fanno numero: e la sensazione è di essere stati un po' dimenticati».