La presa di posizione del Partito socialista ticinese dopo la decisione dell'assemblea degli azionisti
LOCARNO - La Clinica Santa Chiara di Locarno sarà rilevata dalla Clinica Moncucco di Lugano. Un matrimonio che è stato deciso lo scorso giovedì 14 maggio al termine dell'assemblea degli azionisti della struttura sanitaria locarnese.
Per il Partito socialista ticinese, si tratta di «un acquisto che rafforza la dannosa concorrenza tra privato e pubblico, sottolineando ancora una volta l'importanza di avere una pianificazione ospedaliera che non si limiti all'economicità ma che guardi a criteri qualitativi della cura».
La preoccupazione dei socialisti è dovuta in particolare al fatto che non sarebbe stata data «un'adeguata considerazione della generosa offerta dell'Ente ospedaliero cantonale». La prospettata acquisizione della Clinica Santa Chiara da parte della Clinica Moncucco, impedisce dunque «uno sviluppo sinergico dell'ospedale pubblico sulle rive del Verbano, segnatamente con il rafforzamento e il completamento del settore mamma-bambino, inaugurando invece un periodo di concorrenza tra ospedali che alla fine non andrà a favore della popolazione del Locarnese e delle sue valli e arrischierà di costare a tutti i cittadini ticinesi».
La versione integrale della presa di posizione del PS
La prospettata acquisizione della clinica Santa Chiara da parte della Clinica Moncucco impedisce uno sviluppo sinergico dell’ospedale pubblico sulle rive del Verbano, segnatamente con il rafforzamento e il completamento del settore mamma-bambino, inaugurando invece un periodo di concorrenza tra ospedali che alla fine non andrà a favore della popolazione del Locarnese e delle sue valli e arrischierà di costare a tutti i cittadini ticinesi.
Stupefacenti alcune dichiarazioni della maggioranza degli attuali proprietari della clinica e del presidente del CdA della Clinica Luganese, che ammettono candidamente che a contare non sia stato il prezzo offerto, ma le possibilità di sviluppo della clinica. Sembrerebbe infatti che l’offerta dell’EOC fosse chiaramente più elevata di quella, accettata, della Clinica Moncucco. Dopo averci sempre insegnato come funziona la concorrenza, improvvisamente in questa trattativa il prezzo offerto dai vari candidati all’acquisto sembra essere stato trattato come un criterio secondario, mentre a prevalere sarebbero stati non ben conosciuti sviluppi futuri dell’attività del nosocomio, che però non dipendono dalle scelte di venditori e acquirenti, ma dalla pianificazione ospedaliera cantonale che sarà decisa dalle competenti autorità politiche. Spiegazioni poco convincenti, che mostrano una visione della politica sanitaria per nulla orientata al bisogno dei pazienti.
Il PS, che come molti ticinesi chiede un sistema sanitario ben presente nelle regioni, adeguato ai bisogni e scevro da inutili concorrenze che avvelenano solo il settore, si adopererà per ridurre al massimo la nefasta concorrenza tra ospedali, benché le pessime regole federali, del tutto ideologiche, siano state costruite proprio per incentivare questo meccanismo del tutto negativo per la popolazione.
Per queste ragioni è indispensabile che nell’affrontare la prossima pianificazione ospedaliera il criterio della qualità delle prestazioni degli ospedali, che implica un’adeguata disponibilità di medici specialisti, una presenza del pronto soccorso, un'adeguata presenza della medicina intensiva, un numero minimo di casi trattati per avere una certa massa critica, ecc., venga privilegiato rispetto al criterio della semplice economicità delle prestazioni. In tal senso ribadiamo il nostro sostegno all’iniziativa popolare “Per la qualità e sicurezza delle cure ospedaliere”, auspicando che il Gran Consiglio dia finalmente seguito alle richieste sottoscritte da oltre 13'000 cittadini.
Il sistema sanitario ticinese merita di meglio che una sterile concorrenza tra pubblico e privato sulle spalle di pazienti e contribuenti e il PS sarà in prima fila per cercare di evitare che questo accada.